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DomenicaCultura. 8 Marzo.

La festa del 8 marzo ha un’origine antica degna del massimo rispetto. Niente a che vedere con il fantomatico cotonificio Cotton, uscito dalla fantasia di chissà chi, lasciando credere ad una fabbrica americana bruciata con la conseguente strage di lavoranti all’interno. Il “Cotton” non è mai esistito. Fu una manipolazione dell’informazione, oggi si direbbe fake news, a favore di non si sa bene per chi e per cosa. La festa dedicata alla donna ebbe inizio nel tardo medioevo nei paesi dell’est Europa, in Ungheria, ma pur non esistendo dati certi possiamo considerare pure la Bulgaria e la Germania.

Considerata inizialmente la Festa di Primavera fu una conquista sociale per il fatto che, le donne, ebbero il coraggio di ornare i capelli con un fiore. Ai giorni nostri potrebbe sembrare una sciocchezza, ma dobbiamo considerare il periodo storico, un po’ come se -oggi- nei paesi del fondamentalismo islamico, le donne, girassero senza il burka o lo chador. Fu una conquista sociale e come tale merita il ricordo ed il rispetto di tutti. Possiamo dire che nel tempo del consumismo, la festa della Donna, s’è ridotta ad un pittoresco svago? Possiamo, ma nessuno s’indigni: alzi la mano chi non comprerà l’uovo di cioccolata, con tanto di sorpresina dentro, per Pasqua…

La mia donna dell’ 8 marzo: io che ti ho amato anche quando non c’eri e che in te riesco a capire la storia e il dolore, donna, non gettarti via nell’otto marzo di piselli danzanti e di mimose odorose per un solo giorno. Per me che t’immagino china nel raccogliere le spighe avariate per far sì che rinasca un fiore, per me che non ti voglio carogna come un uomo, per te che riesci a sorridere facendo da mamma non solo ai figli, per te che una ruga non ti fa impazzire, per il tuo cuore puro che a me fa impazzire, ecco, questo 8 Marzo è per te.

Marco Vannucci