L’anti-italianità sistemica non è un approccio legato a un singolo fenomeno socio-politico, ma è un elemento essenziale alla base di qualsiasi fenomeno che porti a deprecare la sovranità nazionale.
Ormai è matematicamente assodato che la polemica sui respingimenti degli immigrati provenienti dall’Africa si presenta puntualmente quando governa qualcuno che cerca di far rispettare il diritto di questo paese ad avere dei confini controllati, cioè confini dove non possa passare chiunque, ma solo chi ha le carte in regola per attraversarli.
Tuttavia, non intendiamo occuparci nel dettaglio di questa polemica e se sia o meno giusto accogliere. Qui, il problema migratorio, in realtà, è solo l’esempio per una riflessione più ampia sull’anti-italianità cosiddetta “sistemica”, cioè su quell’approccio anti-nazionale, che sa farsi sistema politico capace di dettare un’agenda antitetica agli interessi del paese, perfettamente coerente con gli interessi del grande capitale transnazionale.
Ebbene, l’anti-italianità sistemica è alla base di tutte quelle politiche che non solo rifiutano di affrontare seriamente il fenomeno migratorio di massa, ma altresì lo incoraggiano e lo incentivano, deprecando il valore patriottico e costituzionale dei confini, perché d’ostacolo all’affermazione del sistema liberal-capitalistico, che non tollera confini fisici, ma solo quelli di classe.
In questo frangente, l’anti-italianità sistemica non è un approccio legato a un singolo fenomeno politico, culturale e sociale, ma è un elemento essenziale alla base di qualsiasi fenomeno nazionale che porti a depotenziare l’identità nazionale, l’indipendenza, la sovranità e l’intangibilità dei confini dello Stato. Sicché, la pretesa che tutti vengano accolti e fatti passare senza regole e senza filtri legali, dall’essere onesto “umanitarismo”, finisce inevitabilmente per diventare un condizionamento politico preordinato a conseguire l’obiettivo di degradare l’esistenza dello Stato-nazione per sottometterlo al grande capitale.
Ma se qualcuno, in queste affermazioni, ci legge un endorsement alla politica muscolare di questo Governo, sbaglia. E sbaglia, perché questa “politica” è del tutto inutile allo scopo, e poi perché per quanto un Governo possa cercare di avere un approccio severo al fenomeno migratorio di massa, questa severità finisce per ritorcersi contro coloro che la applicano, qualora essi rifiutino (per ragioni ideologiche e/o per limiti culturali) di affrontare la genesi dell’anti-italianità sistemica, e cioè il quadro di alleanze e di vincoli giuridici internazionali di matrice ordoliberista in cui è incastrata l’Italia.
La verità è che la lotta muscolare che tanto piace alla destra, non dovrebbe essere rivolta al fenomeno migratorio in sé, ma all’anti-italianità sistemica che, insinuandosi nella struttura politico-giuridico del nostro paese attraverso il recepimento costante di norme internazionali contrarie alla Costituzione socio-economica e al diritto sovrano del nostro paese a decidere il proprio destino, finisce per neutralizzare qualsiasi politica preordinata a tutelare l’interesse nazionale, essenziale per realizzare la democrazia popolare costituzionale, considerata invece un ostacolo da abbattere nel percorso di affermazione del liberismo reale, base ideologica dell’anti-italianità sistemica.