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Südtirol, Calcio: ripartire da qui

La città di Bolzano affonda le proprie radici nel I secolo a.C., epoca nella quale i romani vennero impegnati nelle guerre di conquista della Rezia e più in generale delle Alpi.

Nerone Claudio Druso, assieme al fratello Tiberio, fu uno degli artefici dei successi militari di Roma sull’arco alpino.

Il primo insediamento nel territorio che ora corrisponde al capoluogo altoatesino fu Pons Drusi, traducibile con “ponte di Druso”. In quest’area il generale romano individuò un punto strategico nella zona di confluenza delle valli dell’Adige e dell’Isarco.

Negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso anche Bolzano assistette all’uso propagandistico del mito di Roma durante la fascistizzazione d’Italia. Non è un caso, infatti, che proprio al militare romano venne intitolato lo stadio del Südtirol, vero e proprio fortino dell’armata biancorossa nel corso delle ultime stagioni.

Lo stadio “Druso” di Bolzano

Dopo aver ottenuto la storica promozione in Serie B al termine della stagione 2021/22, l’obiettivo primario per la squadra altoatesina nella stagione appena conclusasi era quello della salvezza.

Contrariamente alle aspettative, il primo anno in cadetteria è terminato con un sesto posto che, tuttavia, ha lasciato un po’ di amaro in bocca per gli uomini di Bisoli. Infatti, fino a poche gare dal termine la formazione biancorossa poteva ambire addirittura alla promozione diretta in massima serie.

Pierpaolo Bisoli

I tre pareggi e la sconfitta maturati nel corso delle ultime cinque gare di campionato hanno fatto “retrocedere” il Südtirol di quelle posizioni che alla fine si sono rivelate decisive nella semifinale playoff contro il Bari.

L’1-0 degli altoatesini al Druso è stato rimesso in equilibrio dall’1-0 in favore del Bari allo stadio San Nicola, permettendo di fatto ai pugliesi di superare il turno in virtù di un migliore piazzamento in campionato.

Nonostante ciò, la stagione appena andata in archivio è comunque risultata essere la migliore della storia per il calcio regionale del Trentino Alto-Adige.

Una squadra unita e coesa quella di mister Bisoli, che ha trovato dei veri e propri punti di riferimento in giocatori come Masiello, Rover, Zaro, Tait e Odogwu. Proprio l’attaccante nigeriano si è classificato come miglior marcatore della rosa biancorossa, con un bottino totale di nove reti in campionato.

Non molte se si pensa che Lapadula (Cagliari), Pohjianpalo (Venezia), Cheddira (Bari) e Brunori (Palermo) hanno segnato rispettivamente ventiquattro, diciannove e diciassette reti (gli ultimi due). Tuttavia, proprio questo dato testimonia quanto la forza del Südtirol sia da ricercare nel gruppo, piuttosto che nei singoli.

Terminata positivamente la prima stagione in cadetteria è già tempo di pensare al futuro. Quel che ad oggi appare certo è che le aspettative attorno al Südtirol sono aumentate e i tifosi ora fremono dalla voglia di approdare Serie A. Quello della massima serie sarebbe un traguardo storico, che nessuna squadra della nostra regione ha mai raggiunto.

Gli interventi da operare sul mercato in vista della stagione 2023/24 dovranno essere mirati a sostenere a un progetto che, in pochi anni, ha già portato i biancorossi vicinissimi ad una nuova impresa, nel nome di colui che tutto ha iniziato, Nerone Claudio Druso.

Mattia Nadalini

Riguardo l'autore

mattianadalini

Laureato in "Studi storici e filologico letterari", attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in "Scienze storiche".
Appassionato di cultura e sport, in particolare calcio e formula 1, dal 2020 scrive saltuariamente sulla propria pagina Instagram "Il simposio del calcio".