Oggi si commemorano i 180 anni dalla morte di Christian Friedrich Samuel Hahnemann, noto come il padre dell’omeopatia. Nato il 10 aprile del 1755 a Meissen, in Sassonia, Hahnemann si distinse per la sua vasta cultura linguistica fin da giovane, imparando diverse lingue tra cui l’inglese, il francese, il latino e persino il caldeo.
Studiò medicina all’Università di Lipsia e successivamente si trasferì a Vienna, dove rimase per dieci mesi. Si laureò con lode nel 1779 a Erlangen con una tesi sull’aspetto terapeutico della spasmo. Iniziò a lavorare come medico nell’area mineraria di Mansfeld e successivamente si sposò con Johanna Kuchler, dalla quale ebbe undici figli.
Durante la sua carriera medica, Hahnemann si rese conto degli scarsi risultati ottenuti dalle terapie tradizionali del suo tempo, motivo per cui decise di abbandonare la pratica medica. Si dedicò allora alla traduzione di testi scientifici e medici e si interessò sempre più alla chimica.
La svolta nella sua carriera avvenne mentre traduceva il testo di un medico scozzese sulla materia medica. Durante la traduzione, Hahnemann sperimentò il chinino su se stesso e osservò di aver sviluppato i sintomi della malaria. Da qui nacque la sua intuizione fondamentale: i sintomi di una persona malata possono essere curati con la stessa sostanza che indurrebbe tali sintomi in un individuo sano.
Nel 1806 Hahnemann pubblicò “La medicina dell’esperienza”, in cui esponeva le basi dell’omeopatia, tra cui il principio dei simili, secondo il quale le malattie possono essere curate con sostanze che generano sintomi simili a quelli tipici della patologia stessa. L’obiettivo dell’omeopatia, secondo Hahnemann, non era solo la guarigione dalla malattia ma la guarigione della persona nella sua totalità.
Nel corso degli anni, Hahnemann pubblicò altre importanti opere tra cui “L’Organon della guarigione razionale” nel 1810, in cui sviluppò ulteriormente i principi dell’omeopatia, e “Le malattie croniche” nel 1827, in cui individuò le origini dei disturbi cronici.
Nonostante le numerose controversie e critiche che circondarono la sua figura e le sue teorie, Hahnemann continuò a diffondere l’omeopatia e a trattare i pazienti fino alla sua morte. Nel 1835, dopo la morte della moglie, si sposò di nuovo e si trasferì a Parigi, dove continuò la sua attività professionale fino allo scorso respiro, avvenuto il 2 luglio del 1843. È sepolto nel cimitero del Père Lachaise di Parigi.
Oggi, l’omeopatia è ancora oggetto di dibattito nella comunità medica, ma ha un seguito di persone che credono nei suoi principi e beneficiano dei trattamenti omeopatici. A 180 anni dalla morte di Hahnemann, il suo contributo alla medicina e la sua influenza nella pratica omeopatica sono ancora ampiamente riconosciuti.