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Il Post It: L’espressione geografica, ovvero l’Italia.

Sinceramente? Oramai non mi stupisco più. Casomai posso provare un senso di rabbia, ma nessuna meraviglia, anzi: altrettanto sinceramente avrei scommesso su questo inabissamento dei valori sociali, bastava solo aspettare, e così è stato. I recenti stupri di Palermo e Caivano altro non sono lo specchio di questa nostra società basata sul futile e sul permessivismo, in nome di una libertà semiramidesca “che libito fe lecito in sua legge”. Il permessivismo unito alla certezza della impunità, ecco la torta del malcostume è servita. Quando mancano gli esempi s’arriva pure a questo.

Stuprare? Una sciocchezzuola, una goliardata, toh: una marachella da una leggera tirata d’orecchie e via. Vedi il figlio di Grillo, di La Russa, di Lucarelli… Potrei riempire qualche pagina se dovessi citare tutti i nomi, più o meno famosi, mi fermo qui per disgusto. Sul banco degli imputati un posto di diritto spetta pure ai genitori, non tutti per carità, ricordate quella mammina premurosa per la sorti del figlio immediatamente dopo l’incidente a Casal Palocco, alle porte di Roma, dopo che il pargolo influencer aveva commesso una strage a bordo di una potente Lamborghini? “Per fortuna sei sano e salvo” – furono le parole della signora – per poi aggiungere un terrificante: “sta tranquillo, tutto si aggiusta”. Aggiustare cosa?

Oramai si vive così, signori, in un belpaese dove le regole sembrano fatte apposta per essere infrante e dove la vil pecunia la fa da padrona; aggiungiamo uno Stato servile ed incapace della benché minima reazione, ed il quadro è completo. Coloro degni di un sussulto di dignità sono stati messi da tempo a tacere per sempre, oppure, i più fortunati, in condizione di non nuocere. Da Falcone a Borsellino, da Chinnici a Livatino, dal Colonnello Mori (Ultimo) a Bruno Contrada. Pure per questa lista potrei continuare per ore, ma per ogni nome è una lacrima ripetuta su un solco di lacrime già versate. Ed allora viviamo così, per conto di un progresso teso a canalizzare tutti in un solito imbuto, sopportando quartieri dove pure la Polizia teme di entrare, dove… una canna? Fa solo del bene, figurati, la usano pure negli ospedali! Ignoranti seguiti da altrettanto ignoranti, la cannabis somministrata come farmaco è in pastiglia e non certamente una canna da fumare nel letto di un nosocomio!

Gioventù senza valori? Anche. Ma pure la mia generazione non è stata da meno esaltando chi viveva col setto nasale d’argento, puttanieri, ladri e libidinosi. Per intanto, per questi poveri “bambini” di vent’anni ci sarà sempre un TAR pronto a promuoverli, un genitore lesto a difenderli, una legge girata dall’altra parte. In questo Statarello da “espressione geografica”, forte con i disperati rei di non avere pagato una tassa ma complice con tutti gli altri.

Avanti, c’è posto.

Quando porto un fiore a Predappio è perché ho le mie buone ragioni.

Marco Vannucci