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L’OPINIONE :  Libertà, Uguaglianza e Stato democratico

Discutiamo spesso del confronto tra Libertà e Uguaglianza, due valori fondamentali per il moderno Stato democratico. Ma la domanda è: ha senso vivere in una società completamente igienizzata e controllata in cambio della libertà di commettere errori (cioè di essere umani)?

Nel pensiero politico si parla spesso della tensione (sempre presente) tra «uguaglianza» e «libertà», due valori considerati fondamentali per il buon funzionamento del moderno Stato democratico. Il primo viene solitamente identificato con la sinistra e il secondo con la destra. Così che ci porterebbe subito a identificare i «progressisti» (sinistra) quali paladini dell’uguaglianza mentre i «conservatori» (destra) paladini di libertà. Tuttavia un’identificazione di questo tipo è ancora riduttiva. Pensiamo, per fare un esempio, alla ‘’controcultura’’ degli anni Sessanta e Settanta, quella della ‘’fantasia al potere’’, favorevole a tutte le nuove libertà che propugnavano la liberazione sessuale, dei costumi, la legalizzazione delle droghe, le ‘’comunità sociali’’ associandole chiaramente alla giovane sinistra ma, che per certi versi, non disdegnavano parte della giovane destra.

Succede però che la vita prende molte svolte e, per fortuna (qui si aprirebbe un bel dibattito), le posizioni politiche maturano e si modificano cosi che oggi la censura è in mano alla cosiddetta “sinistra”, quando in passato era un fenomeno tipicamente conservatore (destra). Oppure quando all’inizio di questo secolo, la sinistra era anti-mondialista, mentre questa posizione che oggi viene spesso attribuita alla destra.

Ma gli esempi possono essere molti, anche nel «mondo operaio», nel mondo lavorativo e in quello che appena trent’anni fa era definito «di classi»,

Si dice che la richiesta di uguaglianza sia generalmente esacerbata come reazione a una libertà che diventa uno strumento attraverso il quale persone socialmente, economicamente, politicamente e culturalmente privilegiate approfittano della propria posizione per perpetuare il proprio «status privilegiato», impedendo così l’avanzamento sociale degli altri. Abbiamo il caso eclatante dei «personaggi famosi» (nomi nell’imprenditoria, artisti di successo, cantanti o attori, politici e a questi aggiungiamo ‘’influencer’’) che in fondo sono bambini viziati che vengono sempre trattati con particolare cortesia e i cui desideri, nell’ambiente sociale, sono solitamente ordini. Perché dovrebbero limitare la loro libertà per il bene degli altri?

Questa è una reazione naturale in chi è abituato al fatto che gli altri si adattino a loro, e non il contrario. Pertanto, la libertà non dovrebbe necessariamente essere in contraddizione con l’equità, ma quest’ultima dovrebbe essere una condizione sine qua non di ogni libera scelta.

Senza «pari opportunità» la libertà non potrà mai essere generale, ma privilegio di pochi. Libertà e uguaglianza sono, infatti, intimamente legate, poiché qualcuno può essere libero solo quando non soffre grandi svantaggi e non è soggetto alle richieste e agli interessi di altri più potenti.

Forse, un dibattito molto più interessante (e attuale) tra valori democratici reciprocamente esclusivi non è quello riguardante l’opposizione tra libertà e uguaglianza, ma tra libertà e sicurezza. Un famoso detto di Benjamin Franklin illustra perfettamente questa dicotomia: coloro che rinuncerebbero alla libertà essenziale per acquistare un po’ di sicurezza temporanea non meritano né libertà né sicurezza. Per fare un esempio: preferisci vivere in una società come quella cinese, dove ci sono telecamere ovunque e sei sempre sorvegliato in cambio di non essere esposto ad alcun pericolo? Sei propenso a vivere in una «società completamente igienizzata» in cambio della libertà tua e degli altri di commettere errori (cioè di essere umani)?

Personalmente sono chiaro: preferisco un certo grado di rischio nella mia vita in cambio di maggiore libertà. In una società di sorveglianza come quella attuale, dove siamo sempre localizzati (carte bancarie, carte di identità elettroniche, smartphone, computers, automobili, moto, ecc.), dove masse di «odiatori» guardano attentamente ogni parola detta o scritta di ogni personaggio pubblico (ma anche non pubblico) per “cancellarle” e dove la censura è promossa ideologicamente dall’alto; e se poi questa censura è promossa dalla prima potenza mondiale (falso e chimerico paladino di libertà), dove le cose sembrano non poter che peggiorare – se pensiamo a Neuralink Corporation (una azienda statunitense di neurotecnologie, fondata da un gruppo di imprenditori, tra cui Elon Musk, che con un «obiettivo positivo», poiché si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili per aiutare le persone con paralisi a tutti gli arti a migliorare la propria qualità di vita, apre la strada a verissimi chip – che questa azienda ha iniziato a impiantare nelle cavie umane a partire dal 2022 – che potrebbero svilupparsi oltre : controllo elettronico individuale), viene da chiedersi se non vale più la pena vivere pericolosamente che aderire a un’esistenza protetta in cambio della completa sottomissione agli apparati di sorveglianza?

Il futuro è vostro e quindi anche questa domanda dovete porvi. Una domanda che implica «uguaglianza», «libertà» e con questi due valori l’essere uno «Stato democratico» oppure uno «Stato dittatoriale».

Marco Affatigato