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Post-it Vannucci

Il Post It: Per meno di 30 denari. 

Non scervellatevi, ecco la traduzione: vi abbiamo comprato come si acquista un giocattolo, quindi fateci divertire e non rompete i coglioni.

San Malachia di Armagh, un abate ed arcivescovo cattolico irlandese vissuto nell’anno mille, profetizzò che l’uomo si sarebbe pentito amaramente per avere estratto il sangue nero dalla terra. A quel tempo nessuno avrebbe potuto intuire il significato del sangue nero, ma oggi, giunti nel terzo millennio, comprendiamo bene la profezia del Santo britannico. Terremoti e catastrofi per avere estratto la sostanza oleosa chiamata petrolio? Può darsi, ma non essendo un geologo mi guardo bene da addentrarmi in una scienza a me sconosciuta, piuttosto ritengo che il primo pentimento sia giunto ieri sera, durante il minuto di silenzio dedicato all’immenso Rombo di Tuono nello Al-Awwal Park Stadium di Riad, un minuto di silenzio riempito dai fischi degli arabi sugli spalti. In quel minuto ho capito che abbiamo venduto anche la nostra dignità, in cambio dello sterco del diavolo.

Verrà il tempo dei processi televisivi, delle chiacchiere del se fosse il caso di giocare in Arabia una coppa italiana, dei bla bla bla infiniti e delle scuse postume, ma niente cancellerà il marchio del loro disprezzo costato 30 denari. Gigi Riva, l’idolo assoluto per tutti noi nati a cavallo degli anni 60, per sua fortuna è rombato verso il Cielo prima della partita. Un Uomo come lui non avrebbe sopportato di vedere calpestare la nostra storia. Aveva ragione Malachia, stiamo diventando schiavi per un pozzo di oro nero sottomettendo la nostra cultura ai loro voleri. Noi popolo di santi, poeti e navigatori, ma anche di bestemmiatori perché, come ripeteva il poeta Novalis, pseudonimo di Georg Friedrich Philipp Freiherr, la bestemmia è una specie di autoscongiuro, di incoraggiamento, di incitamento di sé stessi; in una bestemmia ci sta la passione.

Ma col nostro Dio, perché ad ingiuriare il loro si rischia la gola. Ed è così malgrado i maldestri tentativi di giustificarli ed in questo noi italiani, oltre a poeti e navigatori, siamo un popolo di coglioni. Date un’occhiata sui social e vedrete c’è chi scusa i fischi adducendo siano nella cultura araba come un segno di rispetto (?!?!?!), misti ad altri in miserabili sforzi dove giustificano il mancato silenzio perché, per gli arabi, non usa commemorare i defunti pubblicamente. Sorbiamoci pure queste balle e guai a contraddire altrimenti verresti bollato di razzista, fascista, sessista, omofobo, e tutti a quel paese, amen. Perché si sa ed è ben risaputo che solo loro siano i buoni, bravi e belli, però con l’innocente difetto di possedere una feroce aggressività contro gli italiani.

Come lo stanno dimostrando verso gli operai ed i dipendenti del pastificio Rummo, una delle poche eccellenze italiane rimaste, colpevoli di avere “permesso” la visita nello stabilimento ad un Ministro della Repubblica italiana. Boicottiamo la pasta Rummo, il passa-parola, seguito da ingiurie ed offese degne del peggiore Stalin. Ma si! Boicottiamo la Rummo, compagni, e tutti uniti ad invocare la chiusura immediata. E dei suoi 160 operai, pazienza. Macché pazienza: chi se ne fotte!

Anche per questi, l’Italia, s’è venduta l’anima per meno di trenta denari.

Marco Vannucci