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L’opinione: ripensare le città come “sistemi organici”

Costruzioni e trasporti: due settori chiave per le città, ma sono anche tra le prime cause di inquinamento.

L’architetto Alejandro Gutierrez ha progettato da zero un’intera città “verde”: Dongtan, sull’ isola Chongming alle porte di Shanghai, dove le case saranno tutte ecocompatibili e i trasporti funzioneranno solo con fonti energetiche rinnovabili. Questo ci dice che se si vuole si può!

Per la prima volta nella storia dell’umanità più della metà degli abitanti vive nelle città, con un cambiamento radicale rispetto al passato, quando la gente viveva prevalentemente in aree agricole.

Siamo diventati una “razza urbana”, quindi l’impatto di quello che si fa o non si fa nelle città sulla vita delle persone è fondamentale: un concetto apparentemente ovvio, ma non così evidente per quella parte di popolazione che non vive in città: le «razze contadine» e le «razze montanare».

In secondo luogo, le città sono le principali responsabili dei cambiamenti climatici e dei gas a effetto serra. Le persone che vivono nelle città sono impegnate ogni giorno in molteplici attività, dai viaggi tra casa e lavoro ai consumi di beni alimentari e risorse energetiche, alla produzione di rifiuti.

Le città, quindi, sono colpevoli da un lato ma dall’ altro hanno la grande opportunità di modificare il funzionamento dell’economia e il cambiamento climatico.

Il punto di partenza è considerare le città non come sistemi lineari di produzione e richiesta di beni, cultura, risorse, ma come sistemi circolari.

Dobbiamo vedere le città come sistemi organici (e partire dalle città per creare una nuova società “organica”).

Finora l’Occidente ha guardato alle città come «consumatori di materie prime», che usano massicciamente, producendo grandi quantità di rifiuti. Pensare alle città come sistemi circolari significa pensare a come riutilizzare i grandi flussi di materiali e rifiuti all’ interno del sistema urbano stesso, creando valore ed efficienza per l’economia e l’ambiente. In termini di sviluppo costruttivo, questo modo di pensare coinvolge tutti gli aspetti: le fognature e i rifiuti per generare energia, i materiali edili a basso consumo energetico e basso contenuto di anidride carbonica.

Quindi non bisogna progettare per sistemi lineari, da una parte le fognature, dall’altra il sistema di approvvigionamento energetico, qui il progetto paesaggistico e là i trasporti: tutti gli elementi vanno sviluppati come un tutto integrato per generare efficienza.

Marco Affatigato

Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.