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Stellantis. Cantalamessa (Lega): “Manca politica industriale, basta dare contributi a imprese senza condizioni che tutelino lavoratori”

Io credo fermamente che durante l’ultima audizione dell’AD Tavares noi abbiamo assistito a un vergognoso ricatto da parte di Stellantis al parlamento italiano".

“Io credo fermamente che durante l’ultima audizione dell’AD Tavares noi abbiamo assistito a un vergognoso ricatto da parte di Stellantis al parlamento italiano”.

Sono state queste le parole del Sen. Gianluca Cantalamessa, esponente della Lega nel corso del suo intervento durante la trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ condotta da Gianluca Fabi in onda su Cusano Italia TV, in merito all’audizione di Tavares. 

Cantalamessa, successivamente, ha proseguito: “Tavares ha avuto un atteggiamento spocchioso quasi da marchese del grillo. Questo nonostante l’Italia, in quasi quarant’anni, abbia dato alla FIAT 220 miliardi destinati anche a cassa integrazione e contratti di solidarietà. Non è accettabile un atteggiamento del genere ma sono piacevolmente colpito che tutti i partiti erano d’accordo sul fatto che quelle parole fossero inappropriate, quando aumentano i numeri della cassa integrazione ma vengono redistribuiti 5 miliardi sugli 11 di utili da Stellantis e il loro CEO è il più pagato. Gli incentivi e i contributi che società come Stellantis continuano a chiedere sono stati sempre concessi senza mai apporre delle sub condizioni“.

Interrogato sul tema del costo esorbitante dell’energia posto da Tavares nel corso dell’audizione, l’onorevole ha commentato: “Ci sono tre cose su cui Tavares ha glissato quando gli sono state poste le domande. La prima riguarda la distribuzione dei brevetti. Sul tema il costo dell’energia non è impattante, perché dieci vengono fatti in Francia e uno in Italia? Altra cosa interessante è quell’affermazione fatta sul 2035 dove dichiara di non capire come i paesi sovrani possano subire il cambiamento di produzione dell’elettrico. L’ultima, ma anche più importante, è che non serve Tavares per capire perché le imprese non investono in Italia e le imprese nostrane delocalizzano. I temi sono tre-continua- la mancanza di infrastrutture, il costo dell’energia sicuramente ma che era alto già prima del Covid e l’incertezza del diritto. Tutto ciò è dovuto dal fatto che manchiamo di una politica industriale”.

Il Senatore leghista, successivamente, ha poi concluso: “Negli ultimi decenni politica e industria sono stati considerati concetti antitetici, e questo ci ha portato a concedere negli anni contributi e incentivi a imprese che poi hanno delocalizzato senza tutelare i lavoratori che poi perdono il lavoro. C’è una mancanza di progettazione importante, se non abbiamo il coraggio di guardare al futuro i problemi che oggi abbiamo sul settore automotive, li avremo anche in ambiti come quello della moda o dell’ agroalimentare, dove verremo sopraffatti dalla concorrenza degli altri paesi. Detto ciò, per risollevare le cose abbiamo spazio di manovra: ricordo che in Italia Stellantis è ancora leader nel settore auto col 30%”.