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Giuseppe Cruciani a Trento con la sua “Via Crux”

Un primo dicembre diverso dal solito quello del Teatro Santa Chiara di Trento, che ha mandato in scena “Via Crux”, un dialogo di Giuseppe Cruciani, scritto da Giuseppe Cruciani e Sergio Bertolini, con il contributo di Francesco Borgonovo e Gilberto Penza e prodotto da Paolo Ruffini, Vera Produzione.

Alle 21.00 subito il giornalista ha messo in chiaro l’obiettivo finale: “Modificare le parole è Tirannia!” La questione toccata da Cruciani è seria: quando si impongono modi di esprimersi che non vengono naturalmente, si sta forzando un cambiamento sul livello sintattico e quindi sulla semantica del cervello. Siamo già immersi in una realtà ampliata, dove è molto semplice fare forzature e fare il lavaggio del cervello, se poi questo avviene anche nelle istituzioni è facile causare delle imprevedibili situazioni.

  1. Asterischi e schwa sono banditi nella Via Crux, Cruciani li prende a mazzate per distruggere contestualmente il simbolo di utopie che non hanno luogo, il neutro, che non esiste perché è una invenzione imposta, non per niente naturale.
  2. Uomo e donna, sono due dati di fatto, dalla Bocconi che sospende i tre studenti goliardici alla Scozia che impedisce di chiamare le cose con il loro nome a Trento, che utilizza nel suo Ateneo il femminile sovra esteso.
  3. La paranza dei diritti, che attualmente sono aumentati, la comunità LGBTQ+ non trova una collocazione e mantiene alto il livello di emergenza sulle omofobie, anche quando queste omofobie non ci sono.
  4. Immigrati e accoglienza, l’esempio dell’Australia.
  5. Emergenza climatica, migranti climatici e il ruolo della Cina nell’aumento esponenziale della CO2.
  6. L’ipocrisia del divieto di prostituzione, quando in Austria e in Isvizzera troviamo le case chiuse e ii bordelli, qui si multano i clienti, quando tutto intorno a noi parla di prostituzione, dalla TV, a internet, ai grandi eventi, dove la prostituzione è libera e sotto gli occhi di tutti.
  7. Il patriarcato e la violenza, sono diventati mezzi comodi per fare marketing in modo semplice, come anche lo sono i prodotti green e l’impatto zero.
  8. Non poteva mancare un attacco alle ciclabili e alla gestione orso.

Un Cruciani che non smette di stupire. Un Cruciani moderato ma libero di dire quello che vuole, che ha portato la sua croce in giro per l’Italia, per mettere in guardia tutti del pericolo di omologazione che stiamo correndo e possibilmente per fermare questa tragica tendenza a rimbambire di chiacchiere e di nascondere la testa sotto la sabbia lasciando fuori il culo, come i tacchini.

Martina Cecco