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Snæfellsjökull, Iceland Pubblicato il 17 agosto 2016 Canon, EOS 5D Mark II Può essere utilizzato gratuitamente ai sensi della Licenza Unsplash
Attualità

Stellantis e non solo. I nodi vengono al pettine. Siamo un’economia fallita in partenza

Le dimissioni dell’amministratore delegato di Stellantis, a seguito del fallimento degli impegni che aveva preso coi nostri governanti, mettono in luce come il nostro governo (oggi questo ma in linea col passato) non è mai stato in grado di “fare industria”.

Le dimissioni dell’amministratore delegato di Stellantis, a seguito del fallimento degli impegni che aveva preso coi nostri governanti, mettono in luce come il nostro governo (oggi questo ma in linea col passato) non è mai stato in grado di “fare industria”. La famiglia Agnelli, inclusi quelli da loro incaricati e che alcuni hanno considerato liberali illuminati, ha sempre succhiato i soldi dei contribuenti italiani concessi loro da governanti incapaci quanto capaci di farsi vedere col vestito della domenica accanto ai cosiddetti potenti. “Perdite pubbliche e utili privati”, questa la filosofia di questa famiglia che, avvallata dallo Stato, poi se ne andava all’estero a capitalizzare le ruberie. Famiglia che ha comprato tutti i partiti che, per fare governo o fare opposizione, usavano questi soldi per accumulare altri loro debiti e, con faccia di tolla, prendersi anche il finanziamento pubblico ai partiti.

Con le dovute differenze, la vicenda Fiat/Stellantis va a braccetto con quella di Alitalia/Ita solo che quest’ultima il governo è riuscita a rifilarla a Lufthansa (per il momento, ché non è detto che i tedeschi si rendano conto… – 1), mentre per Stellantis lo stesso governo non sa che fare e si dimena in sconclusionate ricette (Salvini: “ci ridiano i soldi indietro”) che non hanno né capo né coda e nello zero assoluto per prospettiva industriale che non comprometta l’ambiente, foss’anche monopolista.

Al momento c’è una sola certezza per Stellantis: non ha niente a che fare con mercato e capitalismo. I francesi ci sono dentro con lo Stato, loro sono maestri in merito e non regalano i benefici ad Agnelli ed eredi che, invece, sono solo l’emblema di furbetti capaci di sottrarre soldi ai contribuenti italiani per portarli nei loro paradisi fiscali.

I nodi vengono al pettine. I consumatori osservano e scelgono di conseguenza a quale mercato rivolgersi per veicoli che non li ammazzino con l’inquinamento, come vorrebbero al governo.

1 – https://www.aduc.it/articolo/ita+lufthansa+accordo+ok+ue+buona+fortuna_38484.php

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc