“Jergović è uno scrittore epico; possiede la capacità di lasciar parlare l’oggettività delle cose e degli avvenimenti, di cogliere la storia di un individuo o di un paese nei dettagli più concreti, con sobria essenzialità”. Claudio Magris
A quasi trent’anni dalla fine dell’assedio di Sarajevo e in un momento in cui la Bosnia-Erzegovina è nuovamente al centro dell’attenzione per le tensioni politiche interne, la lettura di “Le Marlboro di Sarajevo” si rivela più che mai attuale.
Le Marlboro di Sarajevo di Miljenko Jergović è il libro che ha consacrato l’autore come una delle voci più autorevoli della letteratura balcanica contemporanea.
Le Marlboro di Sarajevo, originariamente scritto durante l’assedio della capitale bosniaca negli anni ’90, intreccia le storie di uomini e donne le cui vite si sfiorano nel caos della guerra.
Jergović racconta tutto con serena accettazione dell’ineluttabilità del destino e con quell’ironia tipicamente bosniaca, capace di insinuarsi anche nei momenti più complessi.
Sarajevo diventa un microcosmo in cui le coordinate di spazio, tempo e razionalità vengono capovolte, dando vita a un affresco letterario potente.
L’AUTORE |
MILJENKO JERGOVIĆ |
(1966), romanziere, poeta, giornalista e sceneggiatore, nonché maestro del racconto breve, è senza dubbio uno dei maggiori talenti letterari della sua generazione. Nasce a Sarajevo, dove compie studi in filosofia e sociologia. Nel 1994, durante l’assedio di Sarajevo – magistralmente tratteggiato nella raccolta di racconti Le Marlboro di Sarajevo (premio Erich-Maria Remarque in Germania) – decide di lasciare la città natale per trasferirsi a Zagabria, dove tuttora vive e lavora. La guerra, l’assedio, la fuga, il doloroso disgregarsi di una comunità, la nostalgia, ma anche gli affreschi commoventi e fiabeschi della propria infanzia, l’intrecciarsi di destini familiari e collettivi, saranno temi ricorrenti anche nelle opere successive. I suoi libri sono stati tradotti in una ventina di lingue e la lunga serie di premi e riconoscimenti letterari – tra cui, in Italia, il Grinzane Cavour nel 2003 per il libro Mama Leone e il premio Tomizza nel 2011 – lo consacra non solo come autore di fama internazionale ma anche come autentico erede dell’eccellente tradizione narrativa bosniaca e della migliore letteratura del Paese che una volta è stato la Jugoslavia. Per Bottega Errante ha pubblicato Radio Wilimowski (2018); Le Marlboro di Sarajevo(2019) e Il padre (2020). |
(Fonte: Bottega Errante)