Boom di sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato tra i minori. L’ISS lancia l’allarme: “Effetto devastante sul trend in calo”. Tonina (PAT): “Serve un’alleanza educativa a partire dalle scuole”.
In occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco, che si celebra il 31 maggio, l’Istituto Superiore di Sanità presenta un quadro allarmante: il consumo di prodotti da fumo tra i giovanissimi è in netto aumento e sta vanificando decenni di progressi nella riduzione del tabagismo. L’introduzione sul mercato di sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato non ha frenato il fenomeno, anzi ha spalancato le porte a un consumo precoce e combinato, coinvolgendo sempre più adolescenti.
I numeri parlano chiaro: quasi il 40% degli studenti delle superiori fa uso di uno o più prodotti da fumo, una percentuale che era in calo costante prima dell’avvento dei nuovi dispositivi. Ancora più preoccupante è il dato relativo al cosiddetto policonsumo, cioè l’uso simultaneo o alternato di sigarette tradizionali, e-cig e HTP, che ha ormai raggiunto oltre il 70% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Una pratica che, come sottolinea il presidente dell’ISS Rocco Bellantone, moltiplica i rischi per la salute e pone sfide nuove alla sanità pubblica.
La tendenza non risparmia nemmeno i più piccoli: oltre 240.000 studenti tra gli 11 e i 13 anni hanno già sperimentato il fumo o lo svapo. Le ragazze superano i coetanei maschi nelle scuole superiori, invertendo la tendenza storica. A preoccupare è anche la facilità con cui i minori accedono a questi prodotti: il 62% degli studenti più giovani dichiara di non aver ricevuto alcun rifiuto da parte dei rivenditori. Nonostante i divieti in vigore, sigarette elettroniche e liquidi alla nicotina sono facilmente acquistabili, spesso con la complicità indiretta degli adulti.
Secondo le rilevazioni condotte dall’ISS attraverso il Centro Nazionale Dipendenze e Doping, quasi un giovane su due ha fatto uso di prodotti da fumo più di venti volte nell’ultimo mese. Si tratta ormai di comportamenti consolidati, che si concentrano prevalentemente nei weekend e che vedono prevalere nettamente i liquidi con nicotina.
Nel contesto trentino, l’assessore provinciale alla sanità Mario Tonina ha preso posizione durante la conferenza stampa organizzata dalla LILT di Trento, rilanciando il ruolo centrale della prevenzione come strumento di tutela della salute pubblica. “La Giornata Mondiale Senza Tabacco non è solo un appuntamento simbolico – ha dichiarato – ma un’occasione concreta per sensibilizzare e responsabilizzare soprattutto i più giovani. Il consumo di tabacco resta una delle principali cause evitabili di malattia e morte. Come Provincia autonoma di Trento continueremo a sostenere con convinzione queste iniziative, facendo rete con scuole, famiglie e operatori sanitari”.
Il fenomeno, tuttavia, non riguarda solo le fasce più giovani. Anche tra gli adulti si osserva un’inversione di tendenza: se da un lato cala lentamente l’uso esclusivo di sigarette tradizionali, dall’altro cresce l’uso combinato con dispositivi elettronici. L’indagine ISS-PASSI evidenzia che un italiano su quattro, nella fascia 18-69 anni, è fumatore abituale. Aumenta il numero di ex fumatori che tornano a consumare tabacco tramite nuovi prodotti, esponendosi nuovamente ai rischi legati alla nicotina e alle sostanze inalate.
Il dato più sconfortante è quello relativo ai tentativi di smettere. Solo il 12% di chi prova a dire addio al fumo ci riesce per più di sei mesi. E sebbene il 64% dichiari di averlo fatto senza aiuto, oltre tre quarti dei tentativi si concludono con un fallimento. Anche le chiamate al Telefono Verde contro il fumo dell’ISS sono in calo, mentre cresce l’interesse per i nuovi prodotti: un segnale che qualcosa sta cambiando, ma non nella direzione giusta.
Infine, resta il problema del fumo passivo. Se sul posto di lavoro il rispetto delle normative è ormai consolidato, dentro le mura domestiche si continua a fumare troppo. L’11% degli intervistati ammette che si fuma liberamente in casa, e questa percentuale scende solo di poco (8%) anche nelle abitazioni dove vivono minori.
Il messaggio lanciato dall’ISS è chiaro e inequivocabile: è necessario intervenire ora, prima che le nuove generazioni entrino in una spirale di dipendenza difficile da invertire. Non si tratta solo di una questione sanitaria, ma di una battaglia culturale che richiede il coinvolgimento pieno di tutte le istituzioni, dalle scuole alla politica, dai media alle famiglie.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità – Centro Nazionale Dipendenze e Doping; Provincia autonoma di Trento – Conferenza LILT, dichiarazioni dell’assessore Mario Tonina