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Lettere al Direttore

Alemanno e Balbo: il 2 giugno sia festa anche per i carcerati

photocredit: foto profilo facebook di Gianni Alemanno

Non molto tempo fa abbiamo riportato sulle nostre pagine un appello accorato di Gianni Alemanno, che ha scritto delle importantissime epistole dal carcere, dove è confinato in condizioni pessime per una persona umana. Oggi Balbo e Alemanno ci hanno scritto per rinnovare l’attenzione su un problema davvero drammatico: il sovraffollamento delle carceri, una delle principali cause del fallimento – peraltro – dei progetti di recupero e reinserimento del carcerato.

“Sostenere la spinta delle forze politiche, di maggioranza e di opposizione, verso un intervento di clemenza, individuato in un incremento della liberazione anticipata già prevista in caso di buona condotta”: scrivono l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e Fabio Falbo, detenute al Braccio G8 del carcere di Rebibbia. L’appello è stato spedito proprio ieri al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è chiamato in causa per risolvere questo drammatico disastro.

“Abbiamo scelto la vigilia della data del 2 giugno, anniversario della promulgazione della Costituzione, per rivolgerci al Capo dello Stato, che ha sempre dimostrato preoccupazione per il sovraffollamento carcerario. Quale occasione migliore per sollecitare l’attuazione dell’art. 27 della Costituzione che vieta trattamenti inumani e impone di tendere alla rieducazione del condannato? Chiediamo che il 2 giugno sia la Festa della Repubblica anche per le persone detenute”.

“Oggi è in corso un importante confronto tra le forze politiche – avviato dall’incontro tra Ignazio La Russa, Roberto Giachetti e Rita Bernardini – per approvare una legge contro il sovraffollamento carcerario. È stata definita “la Legge della buona condotta” perché non si pensa ad un provvedimento automatico come l’indulto, ma all’aumento della liberazione anticipata già prevista in caso di buona condotta”.

“Noi ci auguriamo che il Presidente Mattarella, con la sua autorevolezza, possa operare una moral suasion in grado di vincere le resistenze di chi non capisce che il sovraffollamento, non solo viola i diritti costituzionali, ma contribuisce ad alimentare la recidiva, che è il più grave pericolo per la sicurezza del cittadino”, concludono.

Carissimi Giovanni e Fabio,

la nostra storia editoriale, e in particolare la mia, in quanto direttrice di testata, legata a Radio Radicale e Radio Alzo Zero, ma anche la mia attività extra giornalistica per l’impegno nell’aiuto legale alle persone con problemi di carcere (S.A.S.S. TrentinoSolidale onlus) nonché la mia formazione post scolastica (come educatrice per persone con dipendenze),

e se avete mai conosciuto la grandissima attivista, l’unica in Italia del suo calibro, Irene Testa (se ricordate il suo intervento NELLE CARCERI ITALIANE HO VISTO L’INFERNO) con cui sono in rapporti da tempo su questo argomento,

non avrete certamente trascurato di valutare che la battaglia a tutti i livelli per la difesa dei diritti alla dignità del carcerato, proprio contro il sovraffollamento e il problema della mancanza di personale (suicidi in carcere e crisi di percorso e ricadute) è stata spesso oggetto di interesse da parte anche della nostra testata.

Non solo la vostra preziosissima esperienza, ma anche tutte le esperienze di coloro che ci sono passati, sono fondamentali per portare avanti con risultato qualcosa che assomigli alla tutela della persona complessivamente.

Dunque sfondate una porta aperta e siamo al vostro fianco.

Cordialità Martina Cecco Direttrice di Secolo Trentino

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI. Sto frequentando un master breve (Scuola di Liberalismo 2025) presso la Fondazione Luigi Einaudi.