La CONSOB – Commissione Nazionale per le Società e la Borsa – ha pubblicato un nuovo richiamo di attenzione, il secondo dall’inizio dell’anno, rivolto a tutti i cittadini che seguono contenuti finanziari online. Al centro della nota ci sono i cosiddetti finfluencer, un fenomeno sempre più diffuso che vede influencer attivi sui social media dispensare consigli su investimenti, risparmio e strumenti finanziari, spesso senza alcuna abilitazione professionale o autorizzazione normativa.
Il termine finfluencer nasce dalla fusione di “finance” e “influencer” e indica quelle figure molto seguite sul web che pubblicano contenuti legati al mondo della finanza. Video brevi su TikTok, caroselli su Instagram, tutorial su YouTube e messaggi vocali su Telegram parlano di criptovalute, trading, azioni, investimenti “passivi” e opportunità a rendimento “sicuro”. Il problema, evidenziato dalla CONSOB, è che questi contenuti, anche quando presentati in modo apparentemente neutro o divulgativo, possono indurre scelte affrettate, fondate più sulla suggestione emotiva che sulla consapevolezza.
Nel comunicato, la Commissione sottolinea come il crescente successo dei finfluencer si accompagni a rischi importanti. Molti utenti tendono a seguire l’esempio altrui, cadendo nell’“effetto gregge”, oppure vengono attratti da messaggi che promettono facili guadagni senza sforzo, senza rendersi conto che ogni investimento implica un margine di rischio. La mancanza di trasparenza sui conflitti di interesse, le omissioni su eventuali guadagni pubblicitari legati alla promozione di certi strumenti, e la totale assenza di verifica sull’attendibilità delle fonti costituiscono elementi di pericolo per chi affida a questi contenuti le proprie decisioni finanziarie.
La CONSOB mette anche in guardia i creatori di questi contenuti. Non basta definirsi “divulgatori” per sottrarsi alle norme: l’operatività dei finfluencer può rientrare nella disciplina delle raccomandazioni d’investimento e, in alcuni casi, configurare una violazione delle regole sugli abusi di mercato. Il rischio concreto è quello di diffondere, anche in modo involontario, informazioni false o fuorvianti, contribuendo a manipolare il mercato, soprattutto in ambito cripto. Il riferimento alla comunicazione dell’ESMA – “Warning on Social Media and Investment Recommendations” – rafforza l’idea che il problema sia ormai di portata europea.
A rendere la questione ancora più delicata è la fiducia che molti utenti, soprattutto giovani, ripongono in questi finfluencer. In una realtà digitale dove la viralità spesso sostituisce l’autorevolezza, e dove il like sembra contare più della competenza, la finanza è diventata contenuto da scrollare, intrattenimento da consumo veloce. Eppure, come ricorda la stessa CONSOB, le scelte di investimento richiedono tempo, prudenza e informazioni qualificate.
L’autorità ha ribadito il proprio impegno nella vigilanza e nel controllo anche in ambiente digitale, ma il monito è chiaro: non si possono prendere decisioni economiche sulla base di una clip virale. I cittadini devono essere consapevoli che dietro contenuti accattivanti può nascondersi una scarsa conoscenza delle norme, un conflitto d’interessi o, nei casi più gravi, una vera e propria manipolazione finanziaria.
Il fenomeno dei finfluencer merita dunque la massima attenzione, sia da parte delle istituzioni che dei singoli utenti. L’informazione finanziaria non può essere lasciata al caso, né delegata alla logica dell’algoritmo. In un tempo in cui basta uno smartphone per influenzare migliaia di risparmiatori, il richiamo della CONSOB non è solo opportuno: è necessario.