L’Iran ha lanciato, così come riporta Fox News, due missili balistici, inviando navi d’attacco nello stretto di Hormuz, dove già si trovano altre navi della marina militare americana: probabilmente in aperta sfida nei confronti del presidente americano Trump e delle sanzioni precedentemente imposte dalle Nazioni Unite.
Una notizia rilanciata da Fox News che, nella tarda serata di ieri, ha avuto la conferma dei funzionari americani: aprendo, di fatto, a scenari geopolitici preoccupanti e da tenere in considerazione.
Si tratta di missili balistici Fateh-110 a corto raggio, lanciati in uno dei “test di prova” in mare (nella zona in cui si trovavano altre navi della marina americana), sollevando le preoccupazioni dei funzionari americani: secondo uno dei funzionari, l’operazione condotta dall’Iran, tra il Golfo di Oman ed il Golfo Persico, avrebbe creato una iterazione tra le unità del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e la flotta angloamericana (composta dalla USNS Invincible, solitamente schierata nel Golfo Persico per raccogliere dati sui test missilistici iraniani) “non sicura”, a testimonianza di un operato “poco professionale”, così come dichiarato a Fox News. Le navi della flotta americana, scortate da tre unità in assetto di guerra della Royal Navy britannica, sono state costrette a cambiare rotta.
Il caso iraniano torna pertanto a far riflettere: dopo le esercitazioni dello scorso febbraio, iniziate poche settimane dopo la conclusione di una serie di imponenti manovre – così come riportato da diverse agenzie di stampa – che dal 31 gennaio al 2 febbraio avevano visto impegnate, proprio nel Golfo Persico, la Marina militare del Regno Unito insieme alle forze navali di Francia, Stati Uniti e Australia, ecco che ora l’Iran torna a fare parlare insistentemente di sé.
Dopo la serie di esercitazioni iraniane, (che giungevano in seguito al test di un altro missile balistico iraniano, lanciato lo scorso 29 gennaio) quest’ultimo fatto si inserisce in un quadro di corsa agli armamenti e ad alleanze militari nella regione che certo pone a diverse riflessioni circa la delicata situazione iraniana-americana.
Una situazione in larga parte mediaticamente coperta e oscurata, nella giornata di ieri, da una particolare attenzione a livello mondiale sul lancio di 4 test missilistici balistici da parte della Corea del Nord.
Un fatto preoccupante e certamente da monitorare, al cospetto delle passate dichiarazioni del portavoce del governo iraniano, Mohammad Baqer Nobakht, il quale avrebbe confermato ai media un aumento nel bilancio della difesa “dell’86 per cento”. Un dato che certo non va preso sottogamba: specie se si considera che, il parlamento iraniano, lo scorso gennaio ha approvato un aumento del bilancio per la difesa del 5 per cento, all’interno del quale sarebbe compreso l’intero sviluppo del programma missilistico. Quest’ultimo volto ad un miglioramento sul lungo raggio e sulla relativa precisione e durata dei missili balistici.
Un piano di crescita (nei termini previsti che va dal 2016 al 2021) annunciato nel luglio 2015 anche dalla Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che certo non fa ben sperare.
Giuseppe Papalia