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Editoriali

Saviano ci cita, ma non troppo

Siamo stati felici che Roberto Saviano abbia ripreso un nostro articolo, ma meno quando abbiamo scoperto di non essere stati citati. Secolo Trentino, di puro stampo conservatore, ha scritto un articolo in difesa della verità dei fatti (tradotto, contro le fake news create su Roberto Saviano nel caso di Pamela), lo scrittore ci ha condiviso, legittimando quindi la propria innocenza, senza però citarci.
E’ quanto accaduto nelle scorse ore in un post condiviso da Roberto Saviano sui propri profili social (Facebook e Twitter): “gira sui social questa aberrazione che mi imputa affermazioni mai fatte e mai scritte. Il metodo fascista si basa sulla falsificazione della realtà anche se qui occorrerebbe ricordargli che la mistificazione non appartiene ad una specifica area ideologica – e sulla distruzione morale e poi fisica dell’avversario”.
Non capiamo allora come mai un giornale come il nostro, da sempre alla ricerca della verità, non sia stato integralmente riportato. Un giornale che, sullo stampo montanelliano, opera da sempre nella ricerca della verità (indistintamente dal colore politico) e che in diverse altre occasioni si è reso partecipe, come nella scoperta della bufala del “movimento islamico d’Italia“, di contributi giornalistici significativi, questa volta riconosciuti, nei confronti di noti programmi televisivi come “La Gabbia” (qui il video).
Dopotutto smascherare chi scrive infondatezze non è lavoro per soli debunker di professione, ma è compito di coloro i quali – come nel nostro caso – nel rispetto della deontologia e dell’etica professionale operano pur con il rischio di non ricevere alcun riconoscimento. E spesso e volentieri questo accade a causa della nostra linea editoriale, ritenuta, a quanto pare, non consona alle idee di Saviano.
Cosa questa, che notoriamente non avviene per altri giornali con linee editoriali diverse dalla nostra. Per quanto ci riguarda, un semplice ringraziamento per aver detto quanto occorreva dire sarebbe bastato. Perché il nostro interesse primario resta, e sempre resterà, quello di garantire una corretta informazione a prescindere dall’ideologia politica.
Alla faccia di chi, troppo spesso in maniera pretestuosa e strumentale, dice il contrario.