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Covid_19. Per l’Avvocato Taormina (ex M5S) la soluzione ora è l’immunità di gregge

Ora che il coronavirus sembra aver, lentamente, allentato la sua morsa sul paese, in Italia uno degli interrogativi principali rimane quello inerente alla carica virale dei nuovi contagiati, con alcuni studi che hanno evidenziato come i nuovi contagiati presentino una carica virale sensibilmente più bassa rispetto a quelli dei mesi scorsi.

Ora che il coronavirus sembra aver, leggermente e (molto) lentamente, allentato la sua morsa sul paese, in Italia l’opinione pubblica ha iniziato a trattare un argomento molto importante, ponendosi numerosi interrogativi sulla carica virale dei nuovi contagiati.

Tali perplessità, che nelle ultime settimane hanno caratterizzato l’attenzione mediatica italiana, sono state alimentate anche dalla pubblicazione di alcuni studi che hanno evidenziato come i nuovi contagiati presentino una carica virale sensibilmente più bassa se comparata con quella dei contagiati dei mesi scorsi.

Di avviso simile è stato lo studio, pubblicato qualche settimana fa, dell’Ospedale San Raffaele di Milano che ha informato come la struttura sanitaria, dopo aver analizzato 200 pazienti affetti da coronavirus, abbia identificato una riduzione importante della carica virale nei “nuovi positivi”.

Nello specifico, l’Ospedale aveva mostrato come la carica virale dei contagiati di maggio fosse sensibilmente ridotta rispetto a quella di chi era stato contagiato nel mese di marzo, nel pieno della fase acuta della pandemia. Un dato che, se confermato, farebbe ben sperare sia dal punto di vista clinico che da quello più ampio di una definitiva sconfitta del Covid-19.

Sebbene non sia ancora possibile parlare di dati certi, dato che come alcuni scienziati hanno fatto notare, nella fase iniziale della pandemia i tamponi venivano fatti solamente ai casi più gravi. Metodologia che ha portato alla valutazione di pazienti anche con valori 60 volte superiori a quelli con sintomatologie più lievi o agli asintomatici.

Nonostante ciò, questa ipotesi ha trovato il pieno favore dell’opinione pubblica italiana, con una larga fetta della popolazione che mostrato di trovarsi concorde con quanto evidenziato dall’Ospedale San Raffaele di Milano, opzione che sarebbe confermata anche dalla ridotta pressione odierna sul sistema sanitario nazionale.

Tra i concordi con questa nuova teoria, vi è anche il famoso avvocato Carlo Taormina che, attraverso il suo profilo ufficiale Twitter, si è lasciato andare ad alcune considerazioni, affermando: “Mi chiedo: adesso che la carica virale del Covid 19 è’ modesta, non conviene che ce lo prendiamo tutti e facciamo immunità di gregge?”.

Quella dell’immunità di gregge è una soluzione che era già stata ventilata nei mesi scorsi, venendo poi scartata perché ritenuta impercorribile soprattutto a causa del fatto che avrebbe “sacrificato” la vita di migliaia di persone, le stesse per le quali sono stati fatti numerosi sacrifici durante la prima fase della pandemia.

Oggi, con la situazione che sembra in sensibile miglioramento, questa possibilità è tornata di stretta attualità con numerose persone che sono tornate a parlarne.

Carlo Alberto Ribaudo