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Attrici italiane di un tempo

Non staremo a crogiolarci nelle nostalgie. Ci piace vivere il presente, immaginare il futuro, ma poiché in questo momento lo spettacolo, quello vero,  subisce un malinconico rallentamento, non resta che riflettere un poco sul bel tempo che fu e sulle nostre star femminili: tante, troppe, così da costringerci a un elenco sommario. E la recente scomparsa, novantenne,  di Monica Vitti, in realtà tristemente sparita dai radar da almeno un quarto di secolo, ci sospinge verso la nostra carrellata.

L’Italia è stata prodiga di talenti, anzi ha insegnato al mondo come si fa un film, dai tempi di “Cabiria” di Giovanni Pastrone, che ispirò “Intolerance” di David Wark Griffith, considerato (a torto) il primo kolossal della storia della settima arte –  ricordiamo che siamo ancora nel muto.

Cinecittà, invenzione dell’era fascista, (che per un poco, in guerra, dovette trasferirsi a Venezia), non fu rovesciata insieme al regime e rifiorì nel dopoguerra, regalandoci ancora interpreti femminili, il cui elenco sarà, e ce ne scusiamo, sacrificato alla necessità di sintesi.

Iniziamo con Anna Magnani, Nannarella (1908/1973): romanissima, un talento marziano, Oscar, fama globale, a partire dagli Stati Uniti, vita tormentata, forse perfino troppo “usata” come donna immagine della sofferenza e con leggende biografiche tutte da verificare.

Alida Valli (1921/2006) austroungarica importata in Italia e da qui anche lei balzata negli USA (lavorò con Hitchcock), coinvolta in uno scandalo degli anni cinquanta: fornì alibi al suo fidanzato Piero Piccioni (autore delle musiche dei più famosi film di Sordi), impelagato in un pasticciaccio noto come il caso Montesi.

Coetanea di Alida, di una lucentezza ingiustamente additata come ripiego per la minor avvenenza, era la meneghina doc Franca Valeri, che ci ha lasciato centenaria nel 2020, prima vera comica del nostro panorama.

Silvana Mangano, nata nel 1930, mix siculo/inglese, fu il primo ghiaccio bollente,  il cui valore risaltò certamente, anche all’estero,  grazie al marito produttore Dino de Laurentis, ma esisteva; la precoce morte del giovane e bellissimo figlio la condusse alla fine, nel 1989.

Analoga “accusa” è stata sempre rivolta a Sofia Loren (oggi 87 anni), napoletana non del tutto verace come si crede: Carlo Ponti, il maturo e poco prestante coniuge, in cocca con i tycoon hollywoodiani che contavano, l’avrebbe condotta sugli allori, ma brava è.

Forse per questo la sua storica rivale, quasi ciociara Gina Lollobrigida (classe 1927, in vita) si è sempre piccata di aver sfondato con le sue sole forze: peccato per le storie e storiacce degli ultimi anni, in un viale del tramonto finito pure nelle aule di giustizia e nei peggiori talk show.

Il marito giusto era accanto anche alla bolognese Giulietta Masina in Fellini (1921/1994), pluridecorata interprete in proprio e diretta dal marito, un po’ mortificata nell’energia fisica a favore della valenza psicologica dei personaggi, forse perché il coniuge voleva così.

Outsider appariva appunto la nostra Monica Ceciarelli, in arte Vitti, capitolino/ emiliana, anche se le malelingue hanno fatto notare che la lanciò il super regista suo compagno Michelangelo Antognoni, con le pellicole angoscianti dell’incomunicabilità, quando poi, per avere successo, lei dovette reinventarsi nella commedia: ma onore al talento istrionico.

E che dire della italo/franco/tunisina Claudia Cardinale? Anche lei aveva accanto la persona giusta, il consorte per alcuni anni Franco Cristaldi, valente produttore che poi la lasciò volare da sola (e con minor successo).

Di nuovo fa capolino Milano, con l’esplosiva Mariangela Melato, star a tutto campo, che poi si dedicò al teatro, ma lasciando il segno ovunque. Se ne va nel 2013, a 72 anni, assistita dal sempre devoto Renzo Arbore.

C’è ancora posto per la maestosa e iconica Virna Lisi, marchigiana, la “Grace Kelly italiana” anche lei portata in suolo americano, ma richiamata indietro dai doveri familiari, mancata nel 2014.

E, ultima ma non ultima, citiamo la viareggina Stefania Sandrelli, classe 1946, adolescente peperina quando iniziò, impiegata in ruoli multiformi, ma soprattutto drammatici, entrata nel porno soft di Tinto Brass, poi ritiratasi a vita da nonna.

Grazie a loro e a tante altre, per averci offerto ore liete.

Carmen Gueye

Riguardo l'autore

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Carmen Gueye genovese laureata in lettere antiche, già pubblicista e attiva nel sociale, è autrice di romanzi, saggi e testi giuridici