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Società

Persone scomparse, esiti diversi – X parte

Isabella Noventa

E’ la sera del 15 gennaio 2016 quando, in una pizzeria centralissima di Padova, si ritrovano due amici/ amanti, Isabella 55 anni circa, bella signora divorziata con splendidi occhi color fiordaliso, e Freddy Sorgato brizzolato e trendissimo autista di betoniere, nel tempo libero sportivone e ballerino inesausto, soprattutto di latino americano, tanto che i media tendono a identificarlo più come danzatore che come camionista; è scapolo, ha una sorella single, Debora, che vive con un carabiniere e il proprio figlioletto, tutti a Padova o circondario.

Poiché Isabella quella mattina non torna più nella casa dove vive con la madre vedova, Ofelia, scatta l’allarme. La donna era metodica, aveva lasciato la calderina programmata e tutto in ordine come sempre, dunque qualcosa deve essere accaduto. Si muovono in tandem il fratello Paolo e l’ex marito, Piero Gasparini. Di quest’ultimo va detto subito che aveva sposato Isabella solo nel 2005, ma nel 2016 tutto era già finito da tempo: tuttavia l’attaccamento e la premura di Piero non si trovano nemmeno in tanti mariti di donne scomparse coniugate da decenni, figuriamoci in un ex, il che è davvero lodevole.

Le riprese di piazza Dei Signori ignorano i due a cena ( per una “ buona pizza”, dichiarò all’inizio il ballerino subito sospettato), ma mostrano una sagoma in movimento, infagottata in una specie di parka bianco e con borsetta, che caracolla verso dei portici; addirittura tra i primi osservatori televisivi qualcuno parla di un uomo, ma presto verrà fuori il trio che tutti abbiamo conosciuto.

Quella figuretta era Manuela Cacco, tabaccaia economicamente sostenuta da Freddy, suo amante che però la trascurava per stare con Isabella ( ma ufficialmente non legato a nessuna delle due); Debora Sorgato, viene dipinta come dark lady con un ex marito e un altro compagno, padre di suo figlio, morti giovani in strani incidenti, una somma cospicua trovata in casa benché lei sia una donna delle pulizie, il compagno carabiniere che avrebbe violato il sistema SDI riservato alle forze dell’ordine per aiutarla a sfuggire alla giustizia. Questa congrega – carabiniere escluso – in minore o maggior misura, avrebbe complottato per far sparire la povera Isabella, ognuno con moventi diversi, ammazzandola e gettandola in un canale.

La trama si desume dalle confessioni della capelluta Cracco, che avrebbe vuotato il sacco dopo che gli inquirenti avevano smontato la prima versione di Freddy (morte durante un gioco erotico, panico, rimozione del cadavere). Purtroppo il corpo non si è ancora trovato, nemmeno dopo l’inutile sacrificio del sub della Polizia di Stato Rosario Sanarico, mandato in esplorazione il 15 febbraio 2016 tra micidiali correnti di chiuse del Brenta e lì risucchiato.

La Cacco, prima di essere arrestata, rilasciò velenosissime interviste in cui demoliva la figura della “rivale”: avida, narcisista, spendacciona, col pensiero rivolto solo ai vestiti e agli spassi (anche se a ballare con Sorgato andava proprio la Cacco). Ci dicono che Manuela, pare ex moglie di un esponente della mafia del Brenta e prossima (allora) a diventare due volte nonna, avesse stalkerizzato la Noventa con messaggi e minacce, inducendola alla denuncia.

Forniamo ora alcuni stralci di articoli per inquadrare la fosca vicenda della Noventa. Da Padova Oggi, 2 marzo 2017: “Finto dentista recidivo: condannato con rito abbreviato Paolo Noventa, il fratello di Isabella. A portare alla luce la vicenda, nel 2014, le telecamere del programma tv “Le Iene” in onda su Italia 1, che andarono a trovarlo in uno dei suoi studi, a Maserà, a seguito della denuncia di una delle sua pazienti. Seguì, nel giugno 2015, un’ispezione dei Nas a Noventa Padovana…Recidivo, già condannato in passato per esercizio abusivo della professione medica, Paolo Noventa, fratello di Isabella, la donna per il cui assassinio si trovano in carcere da un anno Freddy Sorgato, la sorella Debora e la tabaccaia di Camponogara Manuela Cacco, è stato nuovamente condannato, mercoledì, in rito abbreviato, come riportano i quotidiani locali, a 14 mesi di reclusione, più a un anno di sorveglianza a pena espiata per abuso della professione di odontoiatria, falsità materiale, sostituzione di persona e interruzione di servizio di pubblica autorità.

LA VICENDA. Da vent’anni Paolo Noventa, odontotecnico, si spaccia da dentista, senza quindi mai essere entrato in possesso di alcun titolo per esercitare la professione. A portare alla luce la vicenda, nel 2014, furono le telecamere del programma tv “Le Iene” in onda su Italia 1, che andarono a trovarlo in uno dei suoi studi, a Maserà, a seguito della denuncia di una delle sua pazienti. Seguì, nel giugno 2015, un’ispezione dei Nas a Noventa Padovana, in un altro dei suoi studi dentistici abusivi. Il proprietario di quest’immobile, residente a Massanzago, sarà processato con rito ordinario per aver dato in comodato gli spazi a Noventa. L’accusa ha contestato al “finto dentista”, definito un “delinquente abituale”, questa condotta dal settembre del 2012 al maggio del 2015, con studi abusivi anche a Casalserugo e Ponte San Nicolò”.

Bisogna convenire che tale episodio ha rovinato non poco una serena valutazione del caso. Da alcune intercettazioni (che a noi in genere non piacciono, perché spesso decontestualizzate) Freddy lascia intendere che Isabella possa essere sparita a causa di questa spiacevole situazione ( per cui era apparsa lei stessa fugacemente sotto l’occhio delle telecamere Mediaset). Paolo, ovviamente, nega risoluto che esista un legame tra una questione che riguarda lui solo e in cui la sorella non era minimamente implicata.

Resta sempre il fatto che la versione finale offerta dalla Cacco e presa per buona non convince: Debora, inviperita nei confronti della fascinosa Isabella, che aveva troppa influenza sul fratello e avrebbe potuto farsi beneficiare economicamente, insieme a lui la attira in villa, le spacca la testa con una “mazzetta” da manovale, poi tutti insieme la fanno sparire; Manuela si presta a fingersi l’altra, indossando la giacca a vento bianca, per accreditare l’allontanamento volontario.

Noi non abbiamo ben compreso queste dinamiche, perché ognuna di esse dovrebbe ridisegnare, a ogni step, la personalità dei condannati, spostandoli in un gioco delle parti che li assolve mentre li condanna.

Debora sarebbe un’ avida e sospetta manipolatrice, che uccide per il timore che Freddy ( descritto come un ebete in balia delle donne) dia soldi all’odiata ex…cosa? Non sono mai stati fidanzati, non avevano certo intenzioni matrimoniali, non l’aveva citata in testamenti, non si stava rischiando nulla, al momento. Manuela? Il suo esercizio di tabacchi era stato finanziato da Freddy: era lei, casomai, in questa narrazione, che stava “sfruttando” lui. Gelosia verso Isabella? Varrebbero le stesse motivazioni: la Noventa non stava prendendo nulla a nessuno, andava in vacanza con le amiche e il rapporto con Freddy era libero, adulto. Se davvero la Cacco l’aveva perseguitata, era un piano delirante farsi complice del suo omicidio; tutto può essere, ma in tre, dunque, non arrivavano a uno, per acume. Proseguiamo citando, da Il Fatto Quotidiano, 27 gennaio 2017:

Piero Gasparini, 54 anni, che si è separato da Isabella nel 2010, ha rilasciato un’intervista al settimanale Oggi che cade a poco più di una settimana dalla scoperta del tesoro nascosto di Felicetto Maniero, che della mafia del Brenta fu il capo indiscusso, fino a quando decise di pentirsi, consegnando alla giustizia alcune centinaia dei suoi picciotti che mantenevano il controllo delle attività criminali in Veneto a colpi di spietate esecuzioni. E proprio dalle intercettazioni dell’inchiesta riguardante i familiari di Maniero che si godevano milioni di euro e ville in Toscana, è emersa una frase inquietante. “Gli ho detto: ‘Che mi fate fare la fine di Isabella Noventa?’”. A parlare era la seconda moglie del cognato di Maniero che confidava al medico di famiglia le sue paure, dopo aver saputo che Felicetto aveva scoperto chi gli aveva fregato il denaro e chiedeva indietro il maltolto, ovvero il capitale affidato al dentista Riccardo Di Cicco, all’epoca marito di sua sorella Noretta…Gasparini, invece, la pensa in modo diverso. “La mia ex moglie è stata vittima di un agguato organizzato. Al processo per l’omicidio di Isabella verranno fuori il quarto e anche il quinto uomo. La premeditazione del delitto, la scomparsa del corpo e l’assenza della più piccola traccia di Isabella fanno pensare alla vecchia Mala del Brenta. Gente che non scherza: chi tradisce paga con la vita”. Gasparini è convinto che Freddy abbia mentito. “Freddy e Debora hanno capito che il loro destino processuale è segnato. E cercano di evitare l’aggravante della premeditazione per salvarsi dall’ergastolo. Così lui si è inventato che Isabella è morta accidentalmente durante un gioco erotico spinto. Certo, all’organizzazione dell’omicidio hanno partecipato anche loro, costruendo una messinscena per depistare le indagini. Ma la scomparsa di Isabella l’hanno organizzata per conto di altri ai quali l’hanno consegnata, consapevoli di quanto doveva succedere”.

L’ex marito ha espresso a Oggi una convinzione, che è anche una pista. “Isabella era una donna attenta e intelligente, potrebbe aver scoperto un segreto enorme negli affari di Freddy. O aver visto qualcuno di molto importante che non doveva apparire nei loschi traffici del suo fidanzato. A questo punto Freddy e Debora hanno deciso di farla sparire. Ma, non essendone capaci, hanno dovuto accettare l’intervento di qualcuno che si sentiva minacciato dalle rivelazioni di Isabella”. E’ una ricostruzione molto diversa da quella ufficiale. “In realtà Isabella quella sera non è mai entrata nell’auto di Freddy e non è stata a casa sua. Ecco perché non si è scoperta una sola traccia. Fuori dalla pizzeria, dove sono stati a cena, c’erano altri ad aspettarla. L’hanno costretta a salire sulla loro auto e l’hanno fatta sparire. Per questo non si trova più il suo corpo – . Sono parole che riecheggiano quelle pronunciate un anno fa dall’avvocato Gian Mario Balduin, che assiste la famiglia Noventa, parte lesa nel processo, secondo cui la gelosia non bastava a spiegare il delitto, forse Isabella aveva scoperto qualcosa di losco nelle attività di Freddy. “Diversi appartamenti di proprietà di Sorgato, secondo una nostra indagine, risultano sfitti e solo di tanto in tanto dati in uso dietro congrui compensi a personaggi importanti, legati in passato proprio alla mala del Brenta” aveva spiegato il legale. Le indagini della polizia hanno poi portato a scoprire inquietanti legami. Manuela Cacco, infatti, fu sposata a Smeraldo Marigo di Campagna Lupia, personaggio di primo piano nell’organizzazione. Assieme a lui era stata processata (e condannata a due anni) per alcune rapine agli orafi avvenute tra il 2004 e il 2006, quando Maniero era però stato arrestato da tempo. La donna aveva frequentato i componenti delle “batterie” che negli anni Novanta facevano riferimento a Felicetto”.

Nonostante queste prese di posizione, nel 2019 vengono confermati l’originale impianto accusatorio e le condanne al terzetto. L’ultima sorpresa arrivò da Il Giornale, 13 febbraio 2020:

“…una lettera che Sorgato ha inviato alla redazione del settimanale Giallo. La missiva inizia così: “Sono Freddy Sorgato e le scrivo da carcere di Padova, dove mi trovo in relazione al caso di Isabella Noventa. Ho letto il suo esposto su Giallo e l’ho trovato molto irrispettoso e denigratorio nei confronti di una persona da poco deceduta per malattia (si riferisce ad Ofelia, madre di Isabella ndr)”. Ricordiamo che…Assieme a Freddy è stata condannata a 30 anni anche la sorella Debora. Ad Emanuela Cacco, amante dell’uomo, è stata inflitta invece una pena a 16 ani di reclusione.

Freddy insinuerebbe che sia ancora viva…Sorgato ha scritto a Giallo dopo la notizia della morte di Ofelia Rampazzo, madre di Isabella Noventa. ..Ora, sorprendentemente, Sorgato ha deciso di esplicare la sua versione dei fatti, a dir poco fantasiosa. L’uomo ha scritto riferendosi ad un’articolista del settimanale, che si è occupato recentemente della vicenda: “Innanzitutto, non sono un assassino di fatto, ma solo mediatico, dato che la non conoscenza delle cose e dei fatti rende a lei passibile di parlare a vanvera su notizie raccolte nei corridoi dove ogni news riportata e ricca di blasfemie e falsità di comodo per riempire spazi vuoti”.

Più avanti viene detto: “Non vi è stato alcun omicidio in casa mia, come ha recentemente dichiarato il povero Paolo Noventa, talmente in buona fede da aver architettato con sua sorella Isabella questo teatro per impossessarsi facilmente dei miei valori, usando l’arma della seduzione femminile con epilogo di allontanamento della sorella dopo la cena”. Quindi, secondo quanto sostenuto da Freddy, dopo aver cenato assieme a lui, Isabella Noventa si sarebbe allontanata di sua volontà. Strano però che il navigatore satellitare dell’auto di Freddy registrò il tragitto percorso la sera della morte della donna. Dal ristorante in cui aveva cenato con la sua fidanzata, la vettura di Freddy si diresse, guarda caso, proprio nella villa del 50enne dove si sarebbe consumato il terribile omicidio”.

A chi credere? Alle sentenze, naturalmente, gli imputati mentono. Ma, allora, il “vedovo”, Piero, perché avrebbe indicato un’altra pista? Perché questo corpo è sparito senza lasciare tracce, né materiali né virtuali? Abbiamo visto mille volte le immagini delle auto dei condannati che facevano andirivieni intorno alle zone dove tutti abitavano, ma la donna scomparsa ci manca sempre.

Due anni fa Sorgato è stato assolto in un separato processo per detenzione abusiva di armi. Il suo avvocato ci fa sapere che l’assistito spera in una revisione del processo.

Se è andata come da verità processuale, la blindata ostinazione degli imputati nel tacere il luogo dove avrebbero distrutto il cadavere è davvero degna di una cosca, ma su una cosa insistiamo: quando esce una sentenza di tale gravità, il popolo italiano ha diritto non solo a leggerla, con atti ufficiali da pubblicare on line; ma anche ad avere una dettagliata ricostruzione dei fatti. Non si può affermare genericamente che una donna è stata uccisa e il corpo è stato decostituito senza dirci come e perché, in mancanza di una benché minima prova scientifica, nel terzo millennio.

E se davvero nel 2022 la famiglia Noventa si è vista chiedere dei tributi dall’Agenzia delle Entrate, a nome della scomparsa, perché tre sentenze non sarebbero sufficienti come documento ufficiale di morte presunta? Perché i Noventa non l’avrebbero mai chiesta?

Conclusione

Il mistero di Chiara

Abbiamo già trattato della scomparsa di Chiara Bariffi, trentenne del lecchese, in un nostro precedente articolo.

Ciò che ancora sgomenta, di questo caso, è il ritrovamento del corpo inspiegabilmente quasi intatto, nel 2005, a tre anni dalla sparizione, nella sua macchina in fondo al lago, su segnalazione di una sensitiva; e dopo che ripetute ricerche in acqua non avevano dato esito. Dopo un processo con assoluzione al suo migliore amico, non si è indagato oltre.

Gli scomparsi sono sempre probabilmente deceduti? Forse o forse no. Si è liberi di filarsela, se adulti, senza rendere conto a nessuno? Ci pare una tesi scaduta. Quando si lasciano affetti e doveri, è come aver ucciso moralmente chi resta. D’altro canto, molti che sanno non parlano; e scavare troppo nel passato di chiunque appare osceno.  L’esercito della terra di nessuno continua a ingrossare le fila.

Carmen Gueye