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Oltre l’economia, il Festival ospita un dibattito sulla trascendenza, tra scienza e fede

Cosa si intende per “trascendente”? È qualcosa di necessariamente legato alla fede? La risposta, negativa, è affidata al dibattito tra il filosofo Massimo Donà, il matematico Piergiorgio Odifreddi e Padre Enzo Fortunato. “La trascendenza non è al di fuori della materialità, è l’andare oltre – afferma Odifreddi -. Intendo quindi, per il singolo, andare oltre ciò che si è, con progetti e cambiamenti, ma per la collettività, per ciò che qui al Festival dell’Economia di Trento è così ampiamente rappresentato, andare oltre una visione legata all’economia, all’eurocentrismo, alla produzione a tutti i costi, provando a guardare il mondo dall’esterno, da lontano”.

FESTIVAL DELL’ECONOMIA L’evoluzione del mondo e la trascendenza Nella foto: Lauro TISI, Massimo DONÁ, Piergiorgio ODIFREDDI, padre Enzo FORTUNATO, Fabio TAMBURINI Data 27 maggio 2023 Luogo: ARCIVESCOVILE – AULA MAGNA [ Domenico Salmaso – Archivio Ufficio Stampa PAT]

Contrapposizione. Tra visioni economiche, ma anche tra pensiero economico e pensieri differenti. In quest’ottica si inserisce il dibattito sulla trascendenza tra tra il filosofo Massimo Donà, il matematico Piergiorgio Odifreddi e Padre Enzo Fortunato.

“La trascendenza per me, che mi trovo già personalmente tra due posizioni antitetiche, non essendo credente ma scrivendo spesso di dio, non è qualcosa che sta in una dimensione altra, in un al di là – spiega Donà -. È al contrario inserita nella nostra esperienza. Pensiamo al mondo: ha una sua evoluzione temporale innegabile, eppure esistono delle fasi? Esiste una fine del tempo? No, conosciamo passato, presente e passato, certo, ma il passato è nel presente, e il futuro è nel presente. Il trascendente allora è qualcosa in questo presente”.

“Così come non possiamo dire se esista la fine del tempo, non possiamo sapere cosa ci sia stato all’inizio del tempo – continua Odifreddi -. La scienza sa come e quando sia iniziato l’universo, ma prima, il tempo, come si è originato? Scienza e filosofia, qui, concordano. Come concordano nel fatto che la trascendenza non sia in un altrove: è nella visione distaccata e globale della nostra vita e del mondo. Pensiamo all’economia stessa: trascendere vorrebbe dire, a mio avviso, in questo campo, mettere in discussione la crescita a tutti i costi, della popolazione e dei consumi, così come ammettere che possano esserci indicatori altri, oltre quelli economici, per una valutazione delle nostre vite. Ma se ci fosse, ad esempio, anche la felicità, tra questi?”.

Una palla, quella della felicità, che Padre Fortunato raccoglie di buon cuore: “L’uomo più felice è l’uomo attento agli altri – afferma -. L’infelicità, per contro, allora è chiudersi in se stessi. Una chiusura che una certa economia ha in sé, e ce lo diceva Papa Francesco nel 2013 quando sosteneva che “questa economia uccide”: il consumismo consuma il consumatore, la trascendenza per contro è fare i conti con la propria coscienza. Ma ci lasciamo interrogare dalle disuguaglianze atroci del mondo? Siamo attenti? Non solo alcuni devono essere il cambiamento, ma tutti”.

(kd)