La Villa fu costruita all’esterno della cinta muraria dell’antica Tridentum, la mappa esposta dimostra come fosse organizzata l’urbanistica del periodo, in quello che si ritiene fosse un settore della città riservato a prestigiose ville residenziali, come riporta la nota scritta dagli studiosi che hanno ricostruito la storia di questo edificio.
“I reperti più antichi che si possono ammirare risalgono ai primissimi decenni del I secolo d.C.. Il momento di maggiore sviluppo dell’area abitativa è compreso tra il I e il III sec. d.C., periodo a cui appartengono le strutture ancora visibili che fanno parte di un più vasto complesso che doveva proseguire oltre i limiti di scavo. Di particolare pregio l’ambiente caratterizzato dalla presenza di uno splendido tappeto musivo policromo in cui è raffigurato Orfeo intento a suonare la lira circondato dagli animali (da cui il nome della Villa).”
Le foto mostrano come sono state recuperate le pietre e come sono stati trovati e salvati i reperti archeologici che, come ha detto la guida, sono stati oggetto di attenta analisi e di elaborazione assolutamente certosina.
Nel 1954 sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo liceo e in quel frangente si è scoperto il tappeto mosaicale che rappresenta la narrazione del mito di Orfeo, allora in seguito, dal 1958 al 1966 si è lavorato per la ricostruzione del manufatto. La Villa ha attraversato le intemperie delle alluvioni e delle guerre, ma rimane di lei la parte delle fondamenta, con il sistema di riscaldamento, le basi murarie, il pozzo, il giardino di raccordo, parte dei corridoi, il mosaico del mito e qualche reperto esposto che consiste in oggetti di uso quotidiano.
MC