L’aumento dei prezzi della benzina è un problema che sta mettendo i gestori delle stazioni di servizio alle corde. Lo sottolinea Giuseppe Sperduto, presidente della Federazione Autonoma Italiana del Benzinaio (Faib), che rimarca come siano proprio loro i primi ad essere penalizzati da questa situazione.
Secondo Sperduto, l’aumento dei prezzi della benzina comporta una diminuzione delle vendite, che a sua volta si traduce in una riduzione dei guadagni per i gestori delle stazioni di servizio. Questa dinamica, se non contenuta, potrebbe portare alla chiusura di molti impianti, con conseguente perdita di posti di lavoro.
Il presidente della Faib critica anche l’introduzione dell’esposizione del prezzo medio, sostenendo che, sebbene possa essere efficace in una zona circoscritta, in generale genererà solo confusione. Secondo Sperduto, l’esposizione del prezzo medio non tiene conto delle fluttuazioni continue del costo dei carburanti e potrebbe indurre i consumatori in errore.
Giuseppe Sperduto, presidente della Faib, Federazione dei gestori carburanti Confesercenti, è quindi così intervenuto ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene”, condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.
Sull’aumento del prezzo della benzina. “Il prezzo non lo fa il gestore, ma la compagnia petrolifera. I primi ad essere penalizzati siamo proprio noi gestori. Noi, lavorando a margine fisso, guadagniamo sempre 4 centesimi lordi al litro. Veniamo quindi penalizzati due volte dagli aumenti: come cittadini e come operatori di settore. Queste impennate ci uccidono, perché vendiamo sempre meno litri e guadagniamo meno. Ciò significa non riuscire più neanche a coprire i costi generali, legati ad esempio all’elettricità. Prima ci insultavano, ma ora è evidente a tutti che i cartelloni automatici vengono cambiati da remoto dalle compagnie petrolifere”.
Sull’esposizione del prezzo medio. “In una zona circoscritta, può sicuramente avere la sua efficacia. La cittadina con 10 impianti, ad un certo punto l’utente medio guardando il cartello del prezzo medio può orientare i suoi acquisti. Ma nei grossi centri come Roma e Milano il cittadino supera il primo distributore, supera il secondo, arriva il terzo e magari lo trova con un prezzo più altro del primo, ma che fa torna indietro? Questa misura genererà un po’ di confusione perché il prezzo medio non corrisponde mai al prezzo della colonnina. Quel prezzo lo dà il Ministero in base ad una media regionale”.