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Cultura

Insomnia: Leonor Fini e Fabrizio Clerici

Cosa accomuna tutta questa lista di persone che sono state protagoniste della metafisica italiana del ‘900? E’ facile ridurre al concetto di arte un quadro o una pittura, ma quando gli incubi sono sogni e i sogni sono incubi è difficile distinguere la realtà dal teatro. In scena e fuori scena: la mostra “Insomnia” non consente di staccare dallo stato di sonno allo stato di veglia e porta nel giorno la parte onirica e nel sogno la vita della sensazione grazie a due grandi autori come Leonor Fini e Fabrizio Clerici.

La mostra è curata da Denis Isaia e Giulia Tulino, in collaborazione con l’Archivio Fabrizio Clerici. L’ambiente e la classe sociale di cui parla questa mostra è la borghesia italiana del ‘900, che con i suoi personaggi veri e fittizi porta in sé un occulto mistero: pittori, illustratori, scenografi, costumisti, furono accomunati dagli stessi riferimenti estetici e culturali.

Liberazione introspettiva e rivisitazione delle esperienze personali, con quell’idea della scena che deve essere spiegata positivamente: una delle grandi passioni legate alla mostra è proprio lo studio dell’anatomia, siamo persone che hanno delle risposte sensoriali e delle risposte psichiche, la mostra spinge oltre l’ostacolo l’asticella dell’inconscio.

“Suggestioni e realtà: le opere sono oltre 400 e di tutti i generi: si parte dai dipinti, disegni, fotografie, video, documenti, bozzetti teatrali, costumi e oggetti. In un allestimento cronologico e filologico, intervallato da numerosi affondi tematici dedicati alle passioni condivise dai due artisti, il lavoro di Fini e Clerici si confronta con le opere dei loro maestri, come Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Arturo Nathan, Bruno Croatto, ma anche dei loro compagni di viaggio, come Stanislao Lepri, Eugène Berman, Pavel Tchelitchew e dei loro eredi, come Enrico d’Assia ed Eros Renzetti.”

Il percorso è completo e si colloca tra il periodo fantastico e neo-romantico, l’ultimo atto di un’opera teatrale che, poi, lascerà spazio ai nuovi media, che portano con sé un modo differente di vivere l’aspetto psicologico e neurologico del sensoriale, facendo un altro passo avanti verso la conoscenza di sé stessi.

Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.