La splendida mostra che merita vedere a Rovereto espone 160 opere di una settantina di artisti che si sono lanciati in un ambito eccezionale, per l’Italia, il surrealismo.
La mostra è corredata di un catalogo ben fatto, di cui si propone la presentazione in completo di seguito.

“Il Mart aveva già proposto monografiche su Romolo Romani (2021), su Adelchi Riccardo Mantovani e Julius Evola (2022), o della grande mostra dedicata all’amicizia tra Leonor Fini e Fabrizio Clerici (2023) nella quale si annoveravano numerosi tra gli artisti oggi in mostra, come Stanislao Lepri o Colombotto Rosso.
Partendo dall’indole romantica e incantata, che affonda le radici nel Simbolismo, nel Realismo magico e nella Metafisica, attraverso esperienze variegate e confronti con le tendenze coeve, il progetto identifica i caratteri dei surrealismi italiani facendo emergere autori meno conosciuti, isolati o non corrispondenti alle istanze più note.
Come la storiografia ha più volte evidenziato, l’Italia è estranea al movimento surrealista, la cui invenzione e maturazione avviene esattamente cento anni fa in Francia sotto la guida di André Breton. Eppure, si deve allo stesso Breton l’individuazione di due preziosi antecedenti al movimento nell’opera di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, inconsapevoli predecessori di una pittura rivolta ai luoghi più reconditi dell’anima, agli spazi dell’immaginazione e del sogno.
Nello Stivale, i primi studi scientifici sul Surrealismo risalgono al 1930, quando lo psichiatra Emilio Servadio pubblica l’articolo Surrealismo e medianità. Nel campo dell’arte, invece, il primo critico a parlare in maniera sistematica degli artisti italiani di derivazione fantastica e surrealista è Raffaele Carrieri, con il saggio del 1939 Fantasia degli italiani.

L’inclinazione metafisico-surrealista è riscontrabile in una serie di artisti che non si uniscono mai in gruppi o movimenti, rimanendo casi isolati e geograficamente dispersi. Nel 1950, in Anticipazioni e postumi del Surrealismo, lo stesso Raffaele Carrieri nomina tra i precursori dei surrealisti e dei fantastici italiani artisti come Giorgio de Chirico, Alberto Martini, Alberto Savinio, Fabrizio Clerici e Leonor Fini, Italo Cremona. A suo dire sono questi, infatti, gli unici in grado di produrre una pittura surreale, romantica e capace di guardare al passato attraverso una colta operazione citazionista.
Il Mart riunisce 160 opere di oltre 70 artisti nati prevalentemente nella prima metà del XX secolo. Una compagine quanto mai completa che include (oltre ai già citati) Ugo La Pietra, Gaetano Pesce, Jannis Kounellis, Arturo Nathan, Gustavo Foppiani, Lorenzo Alessandri, Corrado Costa, Sergio Vacchi, Valerio Miroglio, Giordano Falzoni, Ugo Stepini, Enrico Donati, Romano Parmeggiani.“