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Politica locale

CasaPound azione al parco Nikolajewka di Rovereto

Lo striscione che recita “L’immigrazione uccide”, affisso da alcuni militanti di CasaPound Italia all’ingresso del Parco Nikolajewka a Rovereto, ha come scopo quello di incentivare il dibattito sull’immigrazione e la sicurezza.

L’omicidio di Iris Setti è indubbiamente una tragedia, una vita spezzata brutalmente e una famiglia che paga duramente le conseguenze di questo gesto senza senso. Il coordinatore regionale di CasaPound Trentino Alto Adige, Filippo Castaldini, ha sostenuto che la tragedia non ha nulla a che fare con il femminicidio, ma è il risultato dell’immigrazione incontrollata e dell’ideologia dell’accoglienza. Questa affermazione sembra puntare il dito contro una specifica politica migratoria.

Il soggetto responsabile dell’omicidio di Iris Setti era un immigrato conosciuto dalle forze dell’ordine e che aveva problemi psichici.

 “L’immigrazione uccide” è il testo dello striscione che ieri sera alcuni militanti di CasaPound Italia hanno affisso all’ingresso del parco Parco Nikolajewka a Rovereto dove domenica sera Iris Setti è stato uccisa a pugni da un immigrato già conosciuto dalle forze dell’ordine. “Questa tragedia non c’entra nulla, come raccontato da più parti, con il femminicidio – queste le dichiarazioni di Filippo Castaldini, coordinatore regionale di CasaPound Trentino Alto Adige –  ma è figlia dell’immigrazione incontrollata e dell’ideologia dell’accoglienza che stanno rendendo le nostre città sempre più pericolose “.”Sindacati, sinistra, e centrodestra puntano il dito agitando lo spettro della violenza di genere ma la verità è che un immigrato, peraltro con problemi psichici, si trovava libero e indisturbato nonostante tutti fossero a conoscenza della gravità della situazione”. “Violenze sempre più frequenti, come i casi di Lola Daviet e di Annecy, sono il triste presagio di una clima di brutalità e degrado che paesi come Francia, Germania e Inghilterra conoscono da diverso tempo e che diventeranno anche qui la normalità se non metteremo un freno alla follia dell’inclusività e dell’accoglienza”.

“Il nostro pensiero va ad Iris e ai suoi familiari, che amaramente pagano le criminali scelte politiche di altri, nella speranza di non dover mai più assistere a tragici eventi come questo”.