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Casillas e Ronaldinho: campioni al Festival

Gli appassionati di calcio hanno potuto ammirare da vicino due grandi campioni del passato europeo e mondiale, vale a dire l’ex portiere del Real Madrid Iker Casillas e il pallone d’oro del 2005 Ronaldinho.

La prima giornata del Festival è ormai andata in archivio ed ha subito fatto registrare un’affluenza e un entusiasmo fuori dal comune.

Gli appassionati di calcio hanno potuto ammirare da vicino due grandi campioni del passato europeo e mondiale, vale a dire l’ex portiere del Real Madrid, Iker Casillas, e il pallone d’oro del 2005, Ronaldinho.

Nel primo dei due eventi, La Liga dei Campioni, è intervenuto anche il presidente della federazione spagnola, Jorge Tebas. Dopo un lungo applauso dalla platea, i due ospiti hanno risposto alle domande del giornalista della Gazzetta dello Sport, Filippo Maria Ricci.

Nella foto: Filippo Maria Ricci, Javier Tebas, Iker Casillas. Archivio Ufficio stampa Provincia autonoma di Trento.

Nel corso dell’evento si è parlato dell’importanza del Clasico, sia a livello nazionale che internazionale, ma anche del grande peso che il presidente della Liga riserva alla sostenibilità economica. “Essa è fondamentale per i club” ha dichiarato Tebas. Per Casillas, cresciuto nella cantera madridista, è la formazione dei giovani ad essere imprescindibile per la crescita di un club.

Nel corso dell’evento l’ex numero uno dei blancos si è lasciato trasportare dai ricordi. Il clasico più importante? “Sicuramente il primo che ho giocato. Vincemmo 3-0 con le reti di Roberto Carlos, Anelka, Morientes. Era il febbraio del 2000”.

Ronaldinho show

In serata, è andato in scena lo spettacolo di Ronaldinho, ospite all’Auditorium Santa Chiara. Una sala gremita ha accolto il campione brasiliano, che ha ripercorso le principali tappe della propria carriera.

Dopo avere ricordato i migliori momenti passati con la nazionale verdeoro, El Gaucho ha raccontato il passaggio in Europa al PSG, avvenuto grazie al fratello che all’inizio degli anni 2000 giocava già in Francia, al Montpellier.

Poi il trasferimento al Barcellona, dove ha raggiunto l’apice della carriera con la vittoria della Champions League e del pallone d’oro. Quando si è giunti a parlare di Milan la platea era in visibilio. Moltissimi tifosi hanno iniziato a lanciare sul palco magliette, palloni e quadri da far autografare.

Nella foto: Ronaldinho con Filippo Maria Ricci. Archivio Ufficio stampa Provincia autonoma di Trento.

“Il passaggio al Milan è stato quasi naturale, parliamo di una delle squadre più forti al mondo ed è un sogno per tutti i calciatori giocare con quella maglia. Due anni e mezzo indimenticabili: l’affetto dei tifosi, la gioia, il primo gol nel derby. Il Milan sta tornando a essere quella squadra in cui ho giocato, sono felice di vederlo a questi livelli. PSG-Milan? È difficile scegliere, tutte le squadre in cui ho giocato fanno parte del mio cuore. Però al Milan fu un’esperienza unica. Gattuso, Maldini, Nesta, Beckham, Seedorf e Ibrahimovic erano giocatori top. Ancelotti, invece, è un grandissimo allenatore, uno dei migliori della storia. È stato un piacere lavorare con lui” ha spiegato il campione verdeoro cosi come riportato anche dalla testata giornalistica milannews.it

L’evento si è poi concluso con una vera e propria “invasione di campo”. La sicurezza non è più riuscita a contenere gli spettatori che cercavano di strappare un autografo o una foto. Filippo Maria Ricci, il presentatore, è stato costretto a terminare l’intervista.

Mattia Nadalini

Riguardo l'autore

mattianadalini

Laureato in "Studi storici e filologico letterari", attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in "Scienze storiche".
Appassionato di cultura e sport, in particolare calcio e formula 1, dal 2020 scrive saltuariamente sulla propria pagina Instagram "Il simposio del calcio".