Cosa c’è di più rilassante del “Boxing day” per gli amanti di calcio? La Premier League è, infatti, uno dei campionati che non si fermano mai, nemmeno il 26 dicembre.
Ogni anno, il giorno successivo al Natale, il Regno Unito e, in generale, tutti i Paesi che fanno parte del Commonwealth, celebrano questa festa che ha origini ottocentesche. È stata istituita per permettere alle classi sociali meno abbienti di concedersi una pausa dal lavoro, potendo così trascorrere del tempo con le proprie famiglie. In aggiunta a ciò, era usanza dei ricchi signori inglesi preparare delle scatole contenenti dei doni da regalare ai membri più poveri della società.
Nel corso degli anni gli inglesi hanno potuto usufruire del giorno di festa nazionale per andare allo stadio, o più semplicemente sedersi davanti al teleschermo per godersi la magia della Premier League.
Infatti, quello inglese rimane uno dei pochissimi campionati capace di regalare spettacolo anche il 26 dicembre. Dei tanti “Boxing Day” che si sono succeduti negli anni, quello del 1963 merita di essere ricordato, in quanto vide susseguirsi una serie incredibile di reti nell’arco di una sola giornata. 66 goal in 10 partite, serve aggiungere altro?

il “Boxing day”.
E in Italia?
Era il 26 dicembre del 2018 quando, per la prima e unica volta nell’ultimo cinquantennio, la Serie A introdusse il cosiddetto “Boxing day” nel calcio italiano.
Scendere in campo il giorno successivo al Natale è stato un esperimento che è durato solamente per una stagione. Da allora, infatti, non è più stato riproposto. Strano perché, se si guardano i numeri, l’esperienza è stata tutt’altro che fallimentare.
Oltre 254 mila spettatori si recarono allo stadio per seguire gli incontri, con una media pari a 25.405 tifosi a partita (a fine anno la media della Serie A fu pari a 25.068 spettatori per match). In particolare, sei squadre ebbero un pubblico sugli spalti superiore alla loro media stagionale:
- Frosinone, 15.217 spettatori contro il Milan (la media prima della gara era di 13.088).
- Atalanta, 19.787 spettatori contro la Juventus (media 18.661).
- Cagliari, 15.777 spettatori contro il Genoa (media 15.165).
- Fiorentina, 31.767 spettatori contro il Parma (media 31.419).
- Torino, 20.047 spettatori contro l’Empoli (media 19.221).
- Inter, 63.946 contro il Napoli (media 62.073).
Insomma, nonostante i dati incoraggianti, il “Boxing day” italiano è subito finito nel dimenticatoio. Tuttavia, anche se oggi la Serie A non scenderà in campo, lo stesso non si può dire per il prossimo fine settimana e per quello dell’epifania.
A differenza di quel che accadeva fino a pochi anni fa, dove ci si prendevano due o tre settimane di pausa, il calcio italiano sotto le feste è comunque presente, ma non nel giorno di Santo Stefano. Il “Boxing day” rimane roba per anglofoni.
Mattia Nadalini