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L’opinione: dalla “economia rigenerativa” alla “economia triplicemente rigenerativa”

La «economia rigenerativa» è un concetto in forte espansione. Ma a mio avviso è necessario andare oltre, tenendo conto dell’economia, delle questioni sociali e dell’ambiente.

Il termine «economia rigenerativa» è diventato ampiamente utilizzato nei media. È considerato in particolare come un ideale da raggiungere per il mondo in cui viviamo, caratterizzato da risorse naturali limitate. Se i concetti di imprese o organizzazioni rigenerative sono attraenti, il loro utilizzo merita, tuttavia, di essere riconsiderato per evitare scorciatoie e un potenziale “lavaggio del cervello rigenerativo”.

Cosa è il «principio di rigenerazione»?

Il principio di rigenerazione si riferisce a una dinamica di rinnovamento, rivitalizzazione, ripristino o riabilitazione di un sistema, processo o ambiente al fine di generare uno stato migliore, più sano, più solidale o più sostenibile.

Questo principio si basa sull’idea che le risorse, qualunque esse siano, possono essere rinnovate o ripristinate se vengono utilizzate in modo responsabile e nel rispetto della loro capacità rigenerativa. Quest’ultimo mira a creare sistemi in grado di ripristinarsi, rinnovarsi o autosostenersi nel tempo anziché esaurirsi o deteriorarsi. Sebbene questo principio sia ampiamente utilizzato oggi per affrontare l’uso delle risorse naturali, non è limitato ad esso per definizione.

Quindi, per capire cos’è la rigenerazione, è facile usare l’esempio del corpo umano. Alla domanda “Con quale attività il tuo corpo ritrova la sua energia?” già da bambini sappiamo rispondere e tutti in modo uguale: dormire. Il sonno, infatti, è l’attività attraverso la quale l’organismo ricarica le proprie batterie, senza bisogno di rifornimenti esterni come acqua o cibo. Pensare alla rigenerazione per le organizzazioni o addirittura l’intero complesso della società significa identificare le modalità con cui le risorse si automantengono senza input esterni.

L’economia odierna è intrinsecamente rigenerativa dal punto di vista economico.

L’economia che conosciamo è fondamentalmente rigenerativa, ma solo dal lato economico. Per capirlo è sufficiente capire che il denaro investito in un’attività genera profitti che possono essere reinvestiti a loro volta per sostenere la continuazione o l’incremento dell’attività. Se poi ci sono eccedenze sufficienti, alcune società scelgono di destinare parte degli utili agli azionisti. Altre, come le imprese sociali, si astengono dal ritirare il surplus economico e reinvestono l’intero importo nello sviluppo dell’impresa.

Nelle nostre società moderne esistono forme non economicamente rigenerative: si tratta principalmente di fondazioni, associazioni e ONG, che è vero sviluppano attività che non generano reddito (anche se spesso però generano ‘’reddito personale’’ ai loro dirigenti che si autostipendiano attraverso emolumenti non tassabili), o non sono sufficienti a garantire la sostenibilità dell’organizzazione. Queste forme di organizzazioni dipendono quindi da donazioni o sussidi provenienti da fondi privati o pubblici. Per tutte le altre organizzazioni, garantire la rigenerazione economica equivale a “trovare il proprio modello di business”, ovvero identificare come ‘’catturare’’ il valore economico dalle attività svolte dall’organizzazione.

Pertanto, qualsiasi impresa sostenibile è per definizione «economicamente rigenerativa»: le sue attività rinnovano le risorse e quindi garantiscono vitalità e sviluppo. Il concetto di rigenerazione non è quindi estraneo alle aziende, ma questa rigenerazione unidimensionale focalizzata sull’economia non consente più di affrontare direttamente o indirettamente la pluralità delle problematiche che le organizzazioni si trovano ad affrontare.

Se in un mio precedente pezzo ho espresso l’opinione di “Passare da una società anarchica ad una società organica” qui mi sento di esprimere la necessità di “Passare da economicamente rigenerativo a triplamente rigenerativo’’

L’impresa tripla rigenerativa si caratterizza per la capacità di automantenimento delle proprie risorse, non solo economiche, ma anche sociali e ambientali. Come può un’azienda rigenerare le risorse umane? Come minimo, si tratta di non esaurire (sia fisicamente che psicologicamente) le risorse con cui lavoriamo.

In definitiva, si tratta di sviluppare il potenziale di competenze delle risorse che utilizziamo. Pensiamo, ad esempio, alle organizzazioni che impiegano persone che rientrano al lavoro dopo un periodo di disoccupazione o che lavorano per il reinserimento professionale dopo la carcerazione: avendo un lavoro, queste persone torneranno a lavorare e torneranno ad essere occupabili nonostante le loro difficoltà passate. Alcune aziende, alcuni team, anche alcuni manager beneficiano di questa reputazione perché sviluppano il potenziale dei propri dipendenti, trasformandoli in risorse umane che continuano a svilupparsi grazie alla loro attività all’interno dell’organizzazione.

Questo ragionamento è applicabile anche alle risorse naturali, dove non si tratta di degradarle il meno possibile, ma di migliorare l’ecosistema vivente. Questo principio è il fondamento della «agricoltura rigenerativa», il cui obiettivo è consentire agli agricoltori di mantenere il suolo senza input, in particolare quelli chimici. Queste pratiche richiedono il rispetto delle particolarità del terreno e delle attività agricole. Il principio può essere veicolato o copiato ad/da altre aziende permettendo la riduzione e/o lo sfruttamento della CO2, miglioramento della biodiversità, ecc.

I principi della «economia simbiotica» offrono leve d’azione per la rigenerazione delle risorse naturali. Questi elementi possono anche far parte direttamente del modello di business dell’azienda come nell’agricoltura rigenerativa, oppure essere attività correlate (ad esempio, in pratica, eco pascolo per la manutenzione dei prati circostanti gli edifici aziendali).

Tre processi centrali

È comunque utopico (ma l’utopia è madre delle rivoluzioni) immaginare di proporre un insieme di attività rigorosamente «tripla rigenerativa», nel senso che tale insieme rigenererebbe tutte le risorse umane e naturali utilizzate dall’impresa.

Lavorare per una «economia tripla rigenerativa», però, è una logica di riflessione e di azione concreta per lo sviluppo di impatti positivi delle imprese in una triplice dimensione: economica, sociale e ambientale.

Tre processi chiave aprono la strada:

identificare le risorse che l’azienda desidera rigenerare. Si tratta di un passaggio cruciale perché senza aver individuato con precisione le risorse per le quali la rigenerazione deve garantire la sostenibilità, questi approcci rischiano di essere troppo generici e di mancare l’obiettivo della rigenerazione;

identificare i fattori trainanti della rigenerazione in modo iterativo e flessibile. Prendendo ad esempio la rigenerazione economica, possiamo vedere che sono necessari molti cambiamenti nel corso della vita di un’impresa per garantire che la rigenerazione avvenga e continui. Allo stesso modo, possiamo vedere che le aziende agricole che praticano la rigenerazione del suolo si impegnano in molteplici esperimenti, imparano dai test e si adattano costantemente. I processi di rigenerazione, siano essi finalizzati alla rigenerazione economica, ambientale o sociale, sono quindi destinati ad essere iterativi, adattivi e spesso difficili. Si tratta di un lavoro a lungo termine e sarebbe irrealistico pensarli come semplici ricette da realizzare;

valutare e costruire interazioni tra sfera economica, sociale e ambientale. Gli obiettivi economici, sociali e ambientali sono spesso considerati a priori incompatibili. Tuttavia, numerose ricerche dimostrano che è possibile conciliarli. L’approccio sistemico consente di modellare il modo in cui interagiscono la sfera economica, sociale e ambientale e di immaginare modelli in cui queste interazioni diventano sinergiche. In questo contesto è utile pensare all’azienda in interazione con il suo ecosistema per comprendere il modo in cui rigenera le risorse. L’economia circolare è un ottimo esempio: ogni azienda non si rigenera da sola, ma la catena di aziende che lavorano nell’economia circolare permette di rigenerare i rifiuti in risorse.

Promuovendo la «economia tripla rigenerativa» si possono offrire modelli di gestione che funzionano non solo per la creazione di valore economico, ma anche per la creazione di valore ambientale e sociale.

La «economia tripla rigenerativa» è un’euristica che colloca l’organizzazione o/e l’impresa come attore che genera un effetto positivo sulle nostre società. Si pone quindi come un immaginario realizzabile e che riconcilia impresa, economia e società.

Marco Affatigato

Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.