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Riarmo. Guzzi (economista): “Ci stanno impiantando il virus della stupidità e del conflitto”

Se non ci riappropriamo della libertà di scelta questa classe dirigente ci porterà alla guerra

“Ci stanno impiantando nel cervello il virus della stupidità e della guerra. C’è un sistema comunicativo che amplifica questo bellicismo, dobbiamo svegliarci e mandare a casa chi ci ha portato a questo disastro”.

E’ iniziato con queste parole l’intervento con il quale, ai microfoni di Radio Cusano, l’economista Gabriele Guzzi, è intervenuto a ‘Battitori Liberi’, trasmissione condotta da Gianluca Fabi e Savino Balzano, in merito al tema del riarmo.

Proseguendo nel suo intervento, Gabriele Guzzi ha poi aggiunto: “Dobbiamo parlare agli emarginati. A quel popolo che non viene rappresentato dai media, fatto di gente normale che vuole portare l’Italia in un’altra direzione che è poi quella rappresentata dalla nostra Costituzione. Abbiamo una classe dirigente che ci sta portando al macero con uno spirito di nonviolenza bisogna evidenziare i responsabili di questo disastro ed estrometterli dalla vita politica”.

L’economista si è poi soffermato sul comportamento dei partiti, affermando: “Sono felice che ci siano dei dissensi in Parlamento sul riarmo, ma bisogna capire- spiega- che il problema della guerra porta alla rivelazione di criticità antiche. Tornano in auge problemi come quello della sovranità democratica, del vincolo esterno e dell’UE. Vorrei un partito che vada alla radice di questi problemi, senza fare demagogia. Per farlo però è indispensabile superare questo finto bipolarismo: chi si riduce a questi schemi è come una maschera del teatro, ma io vorrei fare politica”.

Gabriele Guzzi ha infine terminato il suo intervento con una riflessione sull’UE: “Il presupposto per cui essere parte di un’unione monetaria migliori le cose sul versante politico è falso. L’unità senza vincolo politico e  senza democrazia porta alla debolezza. Se pensiamo alla geopolitica l’Italia prima dell’euro era molto più influente. Visto che in Europa non c’è un vincolo istituzionale e politico, bisogna andare in un’altra direzione. L’Italia può trovare altri accordi con altri paesi, uscire dall’Ue non vuol dire staccarsi dal pianeta terra. È giusto limitare la propria sovranità per la pace e la giustizia, ma non mi sembra che il fine dell’UE sia mai stato quello della giustizia sociale e, visto ciò che sta facendo, nemmeno quello della pace: se non ci riappropriamo della nostra libertà di scelta, questa classe dirigente ci porterà alla guerra”.