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Il 25 aprile di Marco Rizzo: “Onoriamo Cefalonia, non le passerelle

Nel giorno della Liberazione, Marco Rizzo – coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare – compie un gesto che va in controtendenza rispetto alla ritualità ufficiale delle celebrazioni: guida una delegazione per ricordare la Divisione Acqui, sterminata dai tedeschi a Cefalonia nel settembre del 1943, dopo essersi rifiutata di consegnare le armi.

Invece di aderire alle commemorazioni tradizionali del 25 aprile, Rizzo sceglie di onorare una pagina tragica e poco ricordata della storia militare italiana, definendola un atto autentico di Resistenza. Un sacrificio compiuto da soldati isolati, traditi dallo Stato, ignorati dagli alleati, eppure capaci di morire con dignità e coraggio.

La vicenda di Cefalonia è una delle pagine più drammatiche e meno conosciute della storia italiana nella Seconda guerra mondiale. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, i soldati della Divisione Acqui – stanziati sull’isola greca e comandati dal generale Antonio Gandin – si trovarono soli, in un limbo diplomatico e militare. I tedeschi intimarono loro di arrendersi e consegnare le armi. Di fronte all’ambiguità delle direttive ricevute da Roma, Gandin decise di lasciare ai soldati la scelta. Questi, a larga maggioranza, optarono per la resistenza. Ne seguì un violento attacco tedesco e, dopo la resa, circa 5.000 militari italiani furono fucilati a sangue freddo, in aperta violazione delle convenzioni internazionali.

Ma la tragedia non finì lì. I sopravvissuti furono deportati, e molti imbarcati su navi dirette verso i campi di prigionia. Diverse imbarcazioni furono affondate durante il tragitto, in circostanze ancora oggi controverse: centinaia di soldati morirono annegati, intrappolati nelle stive, senza possibilità di fuga. Una seconda condanna, silenziosa e terribile, che contribuì a cancellare quasi del tutto la Divisione Acqui.

Il messaggio diffuso da Rizzo sui social in occasione del 25 aprile è insieme commemorazione e denuncia. Contesta l’uso strumentale della memoria antifascista da parte dell’attuale classe politica – un “antifascismo da passerella”, dice – e propone una diversa lettura del patriottismo: critica verso l’establishment, autonoma dai blocchi geopolitici e radicata nel popolo.

La delegazione di Democrazia Sovrana Popolare, composta da Marco Rizzo, dal responsabile diplomatico Ambasciatore Bruno Scapini e dal presidente Francesco Toscano, ha voluto rendere omaggio a Cefalonia come luogo simbolico di una Resistenza tradita. Soldati abbandonati dal Re e da Badoglio, ignorati e traditi da inglesi e americani, e infine sterminati dai nazisti. Un episodio di eroismo praticamente sconosciuto, che vide cadere migliaia di italiani.

Per Rizzo, Cefalonia non è solo un ricordo storico, ma un esempio concreto di sovranismo popolare ante litteram. Una lezione da recuperare non per alimentare nostalgie, ma per costruire una coscienza nazionale alternativa e indipendente.

Un atto politico forte, che riporta al centro della narrazione un episodio rimosso e rilancia il legame tra memoria, sovranità e identità.

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