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Neutralità Ucraina come l’Austria? La proposta di Medvedev 

Nel pieno delle tensioni tra Russia e Ucraina, con nuovi bombardamenti che si susseguono su entrambi i Paesi coinvolti, la proposta avanzata, così come riportato da Tass, da Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, riporta alla luce un possibile scenario diplomatico: la neutralità dell’Ucraina, ispirata al modello austriaco del 1955.

Cos’è il “modello austriaco”?
Medvedev ha evocato quella che in ambito internazionale viene spesso definita come opzione austriaca: si tratta della neutralità militare permanente sancita dall’Austria nel Trattato di Stato del 1955. In cambio del ritiro delle truppe sovietiche dal proprio territorio dopo la Seconda guerra mondiale, Vienna si impegnò a non aderire a blocchi militari e a non permettere l’installazione di basi straniere. Un accordo che, sebbene firmato in piena Guerra Fredda, ha retto alla prova del tempo: ancora oggi l’Austria non fa parte della NATO, pur essendo membro dell’Unione Europea.

Una provocazione o una via d’uscita realistica?
La proposta di Medvedev può apparire a prima vista provocatoria, ma contiene un elemento di pragmatismo: la trasformazione dell’Ucraina in uno Stato neutrale potrebbe rappresentare l’unico compromesso realistico per fermare l’escalation militare. Una simile impostazione consentirebbe teoricamente alla Russia di ritirarsi, evitando la minaccia di una NATO ai propri confini, e all’Ucraina di preservare la propria sovranità – almeno in parte – evitando ulteriori distruzioni.

Un accordo possibile? Sicuramente una sconfitta per i Paesi atlantisti
Tuttavia, l’attuabilità di questo scenario appare remota. Dal punto di vista strategico, l’Europa e gli Stati Uniti potrebbero difficilmente accettare una soluzione che, nei fatti, equivarrebbe a concedere una vittoria alla Russia. Per Kiev, inoltre, l’ipotesi di una neutralità permanente senza garanzie reali di sicurezza, e a fronte della possibile perdita di porzioni significative del territorio nazionale, suonerebbe come una resa unilaterale.
Così mentre il conflitto sembra non trovare sbocchi concreti verso la pace, l’idea della neutralità ucraina come l’Austria del dopoguerra riporta l’attenzione su modelli storici che hanno funzionato in contesti diversi. Ma in un’epoca in cui gli equilibri geopolitici sono profondamente mutati, resta da chiedersi se tale modello sia ancora replicabile – e, soprattutto, accettabile – dalle parti in causa.