Si è svolta ieri, anche su sollecitazione delle Associazioni dei Consumatori, la Commissione di allerta rapida sui prezzi sul tema dei costi di ricarica dei veicoli elettrici in Italia.
Secondo l’associazione Federconsumatori, i dati emersi pongono seri interrogativi e ostacoli alla sostenibilità economica di una scelta che dovrebbe rappresentare il pilastro della mobilità del futuro.
Federconsumatori ha poi reso noti i risultati di un’analisi condotta su 24 operatori attivi nel mercato delle ricariche (di cui 10 principali), che ha fatto emergere alcune evidenze:
- Il costo dell’energia per la ricarica è elevatissimo, fino a 7-8 volte superiore al valore del PUN (Prezzo Unico Nazionale dell’energia all’ingrosso).
- La concorrenza nel mercato è scarsa, e ancora più limitata tra i principali player, con dinamiche che penalizzano i consumatori e impediscono una reale discesa dei prezzi.
- I costi di ricarica per 100 km risultano meno convenienti rispetto a tutte le altre alimentazioni, inclusi metano, GPL, benzina e diesel, anche nel caso delle ricariche lente (teoricamente più economiche).
Si rivela, poi, un curioso andamento: anche quando il PUN cala, i prezzi al pubblico non accennano a ridursi, segno evidente di una distorsione profonda nel funzionamento del mercato e sintomo della presenza di fenomeni speculativi.
Alla luce di queste evidenze, secondo l’associazione, la convenienza dell’auto elettrica, oggi, è reale solo per chi dispone di un impianto di ricarica domestico. Ma, anche in questo caso, va considerato il costo di installazione e il fatto che non tutte le abitazioni (in particolare in contesti urbani e condominiali) permettono di adottare questa soluzione.
Si tratta di una situazione paradossale, che, riferisce Federconsumatori, rischia di minare la fiducia dei cittadini nella mobilità sostenibile e di disincentivare la transizione ecologica, trasformandola in un’opzione accessibile solo ai più abbienti.
Per questo, conclude l’associazione, è necessario adottare alcune misure immediate, quali: regolamentare in modo trasparente il mercato delle ricariche, ridurre i costi per gli utenti finali (anche disponendo agevolazioni davvero adeguate per l’acquisto dei veicoli elettrici), incentivare la concorrenza tra operatori, garantire che i vantaggi del calo del prezzo dell’energia vengano realmente trasferiti ai consumatori e verificare con attenzione eventuali operazioni di cartello. Una transizione giusta e inclusiva non può prescindere dall’accessibilità economica.