Dopo ben sette lustri dal suo primo lancio nel 1962, che lo consacrò primo astronauta ad orbitare intorno alla Terra, il 29 ottobre 1998, alla veneranda età di 77 anni, il senatore John Glenn salì sullo Space Shuttle e partì per la missione STS-95, stabilendo un altro record e diventando così l’uomo più anziano ad andare in orbita. Al volo, partito dal Kennedy Space Center assistettero circa 2500 giornalisti, un record per ciò che concerne i programmi della Nasa. Non si perdette il lancio nemmeno l’allora Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, consacrandolo come evento mediatico-spaziale dell’anno.
Eroe nazionale già dal ’62, per aver fatto valere l’onore degli Stati Uniti con rispetto alla Russia, che un anno prima aveva lanciato in orbita Juri Gagarin, egli si riconfermò paladino dei valori americani con questa nuova missione, che servì, tra gli altri obiettivi, per compiere studi sulla fisiologia dell’uomo in età avanzata in assenza di gravità.
Pilota dei Marine, combattè durante la Seconda Guerra Mondiale e ricevette numerose medaglie, finchè non fu costretto a ritirarsi dalle missioni per non mettere in pericolo la propria vita.
Nel 1974, imboccò quindi la via della carriera politica e fu nominato senatore dell’ Ohio, conducendo per circa due decenni una vita piuttosto tranquilla. Ma come è noto, l’audacia dei grandi eroi non può svanire come neve al sole, e la mancanza di adrenalina spinse Glenn a ritornare nello spazio, per rivivere quelle emozioni indescrivibili e “la vista meravigliosa” che aveva provato 36 anni prima.
La decisione di mandare in missione un uomo anziano non fu preso a cuor leggere dalla Nasa, che sottopose il pilota a svariati test medici, i quali sentenziarono che Glenn possedeva una splendida forma fisica.
A ciò si aggiunse l’esperienza che John Glenn aveva maturato negli anni e portò l’allora amministratore della Nasa, Daniel Goldin, a sostenere che egli aveva “ la stoffa giusta per questa missione”.
“In assenza di gravità non ho avuto disturbi”, dichiarò Glenn, una volta conclusa la missione, commentando i nove giorni in orbita, “avvertivo solo la faccia un po’ gonfia. La prima cosa che ho fatto al rientro è stata una doccia e mi sono sentito rinascere”.
Questo il coraggio di un uomo, che sicuramente resterà nella storia, per la sua testardaggine e la sua voglia di credere nelle proprie potenzialità, perché non si é mai troppo anziani per vivere esperienze uniche.