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Studenti protestano contro la didattica a distanza: “Chiudono le scuole, ma non ci dicono perché”

Sono quasi 6 milioni gli studenti italiani che, da oggi 8 marzo 2021, si sono ritrovati costretti a dover frequentare le lezioni scolastiche attraverso l'ormai tanto discusso sistema della didattica a distanza, a causa del cambio di colore di diverse regioni italiane.

Sono quasi 6 milioni gli studenti italiani che, da oggi 8 marzo 2021, si sono ritrovati costretti a dover frequentare le lezioni scolastiche attraverso l’ormai tanto discusso sistema della didattica a distanza, a causa del cambio di colore di diverse regioni italiane.

Nello specifico a dover ricorrere alla Dad sono 5,7 milioni di studenti, con la cifra che potrebbe presto aumentare visto che le previsioni indicano come, nelle prossime settimane, si potrebbe arrivare ad avere il 90,1% degli studenti italiani in Dad (pari a circa 7,6 milioni di ragazzi).

Com’era auspicabile, la chiusura delle scuole ha causato numerose polemiche in tutta Italia, con studenti, genitori, insegnanti e presidi che hanno mostrato tutto il loro sdegno per questo nuovo (e obbligato) utilizzo della didattica a distanza.

A Torino, per esempio, alcune studentesse, già famose per aver espresso chiaramente le loro posizioni anti dad, si sono messe in segno di protesta a seguire le lezioni davanti al palazzo della Regione Piemonte. E, come riporta ANSA, hanno manifestato tutta la propria contrarietà alla didattica a distanza.

“Chiudono le scuole, ma non ci dicono perché. Meglio un lockdown totale che chiudere solo la scuola. Avrebbe più senso” ha sentenziato la dodicenne Anita, una delle promotrici della protesta anti Dad.

Sulla vicenda è intervenuto anche Priorità alla Scuola, il movimento composto da Insegnanti, educatori, genitori e studenti, che per bocca della sua esponente, Carola Messina, ha affermato: “Dopo un anno siamo nella stessa situazione. Poi il ministero smentisce se stesso: prima dice che i figli dei lavoratori essenziali possono seguire le lezioni in presenza e poi invece si rimangia tutto. Stiamo valutando anche di fare ricorso”.