“Ok all’ordine del giorno che impegna la Giunta a fornire gratuitamente tablet per una vera inclusione sociale e una vita indipendente”.
La conoscenza scaccia i pregiudizi e aiuta nell’inclusione sociale. Con ciò intendo, soprattutto, il superamento del paradigma assistenzialista che spesso impregna la retorica legata alle persone affette da disturbi dello spettro autistico. In molti casi si tratta di persone con capacità lavorative, anche di particolare livello in taluni ambiti, che necessitano semplicemente degli strumenti idonei per dispiegare il proprio potenziale. Nelle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità sull’autismo viene data particolare importanza all’attivazione di progetti che vadano a lavorare sul deficit comunicativo, ad esempio mediante la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), che consiste in una qualunque forma di comunicazione che sostituisce o contribuisce ad aumentare l’emissione di linguaggio verbale. Esistono diversi strumenti di cui la CAA può avvalersi, fra cui l’utilizzo di app su smartphone o tablet. L’ausilio della tecnologia può dunque facilitare e migliorare la comunicazione tra persone a sviluppo tipico e persone con autismo, al fine di portare ad una reale inclusione delle persone con bisogni e capacità speciali. Per questo motivo ho presentato un Ordine del Giorno, approvato a larghissima maggioranza dal Consiglio provinciale, affinché la PAT agisca in maniera virtuosa promuovendo la possibilità per i soggetti con disturbi dello spettro autistico di avere a disposizione gratuitamente tablet per la CAA nel contesto lavorativo. E’ vero, garantire la gratuità dei tablet è un costo, ma costo è la parola sbagliata. La parla giusta è investimento. Investiamo oggi per un risparmio futuro, perché così facendo garantiamo a queste persone, che io amo definire speciali, una vita indipendente. Ma non solo, lavoriamo anche sull’approccio culturale, vera sfida di oggi giorno, fondamentale per far comprendere e conoscere alla collettività l’importanza di considerare la persona diversamente abile come persona e perciò risorsa per tutta la società.
Solo così, con nuovi equilibri culturali oltre che lavorativi ed umani, sapremo fare in modo che “nessuno resti indietro”. Infine noi rappresentanti delle istituzioni, anche nel rispetto della lungimiranza e del buon governo che siamo chiamati a rispettare e con cui siamo chiamati a operare, abbiamo l’arduo compito di convergere nella medesima direzione, perché il mondo della disabilità non conosce colori politici. Solo così potremo parlare di Autonomia, quella vera con la maiuscola, che nobilita la collettività. Perché l’autismo non è un mondo a parte, ma è parte di questo mondo.
Trento, 8 ottobre 2021