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Ambiente

Incendi. “L’estate 2022 sale sul podio delle più calde mai registrate a livello mondiale”

Gli incendi hanno devastato le foreste nei diversi continenti, dalle sequoie giganti dello Yosemite National Park, in California all’Africa in Paesi come il Marocco fino all’Europa dove sono state pesantemente colpite Spagna, Francia, Portogallo e Italia.

“A favorire gli incendi a livello globale è una estate 2022 che sale fino ad ora sul podio delle più calde mai registrate a livello mondiale. con una temperatura che a luglio è risultata la terza più bollente mai registrata prima con un valore di +0,38 gradi superiore la media, dopo che anche giugno si era classificato al terzo posto con una anomalia di +0,32 gradi”.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sul bollettino climatico del programma europeo Copernicus dal quale si evidenzia che picchi record di temperatura sono stati raggiunti a luglio in Portogallo, a Ovest della Francia, Irlanda e Inghilterra dove per la prima volta sono sti raggiunti i 40 gradi.

Gli incendi – sottolinea la Coldiretti – hanno devastato le foreste nei diversi continenti, dalle sequoie giganti dello Yosemite National Park, in California all’Africa in Paesi come il Marocco fino all’Europa dove sono state pesantemente colpite Spagna, Francia, Portogallo e Italia.

Il 2022 si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di +0,98 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%, secondo l’analisi della Coldiretti relativa ai primi sette mesi dell’anno su dati Isac Cnr, che effettua rilevazioni in Italia dal 1800.

L’anomalia climatica più evidente quest’anno si è avuta in estate con il mese di giugno che ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003 mentre nel mese di luglio la colonnina è stata più alta di +2,26 gradi la media, inferiore solo al 2005.

La tendenza al surriscaldamento è dunque evidente in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. 

Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.

A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti. L’Italia resta comunque un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali – denuncia Coldiretti – se ne trattengono solo l’11%.

Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono – continua Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana.