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Economia

Università e ricerca fabbrica del domani, gli studenti in risposta al festival, occupano sociologia

Una sala Depero gremita ha accolto oggi la Ministra dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini che al Festival dell’Economia di Trento è intervenuta al panel “Università e ricerca fabbrica del domani”. Tra i temi affrontati nel corso dell’evento, moderato dal giornalista e conduttore Radio 24 Simone Spetia, il punto sulle risorse rivolte al mondo universitario dal Pnrr, il problema del caro affitti, l’accesso libero ai corsi di medicina e ancora come porre rimedio alla cosiddetta fuga dei cervelli. Per quanto riguarda il tema della carenza di posti letto la ministra Bernini ha spiegato che entro il 2026 saranno messi a disposizione 60mila posti letto, questo grazie al Pnrr e alla manifestazione d’interesse rivolta alle Pubbliche amministrazioni, ma anche al terzo settore ed al mondo ecclesiale a cui è stato chiesto di mettere a disposizione al più presto immobili oggi dismessi. “Un problema – ha sottolineato la ministra Bernini – che riguarda tutti. L’emergenza alloggi c’è sempre stata ma è stata amplificata dalla pandemia e dall’aumento dei prezzi. Stiamo mettendo tutto l’impegno per il 2026, possibilmente mettendoci anche altri fondi”.

FESTIVAL DELL’ECONOMIA Università e ricerca fabbrica del domani Nella foto: Simone SPETIA, Anna Maria BERNINI Data 27 maggio 2023 Luogo: Palazzo della Provincia, Sala Depero [ Daniele Paternoster Daniele Paternoster – Archivio Ufficio Stampa PAT]

Per quanto riguarda il punto sull’utilizzo delle risorse del Pnrr destinate all’università e ricerca la ministra ha ricordato che ad oggi sono state allocate il 90% delle somme dedicate ai ricercatori. “In Italia non ci mancano cervelli, ricercatori competenze, ma dobbiamo riuscire a strutturare nel modo migliore e permanente questi talenti. In questi anni abbiamo seminato moltissimo nel mondo, e ora, anche grazie alle possibilità economiche e all’acquisizione di fiducia del Pnrr, raccogliamo parte dei frutti. Per questo dobbiamo lavorare nella creazione di infrastrutture strategiche. Proprio per questo in Italia si stanno creando vere e proprie strutture di ricerca d’eccellenza”, ha sottolineato la ministra Bernini. 

Ma come far tornare in Italia i nostri giovani ricercatori? Tra le azioni messe in campo un tavolo di lavoro dedicato e un pacchetto di attrattività. “Agli studenti, ai dottorandi, ai ricercatori deve aver garantito il diritto alla scelta – ha sottolineato Bernini – creando pacchetti di supporto e dando loro le ragioni per tornare, tra cui i grandi centri. Stiamo cercando di portare in Italia, in una miniera in provincia di Nuoro, un grande progetto di telescopio sotterraneo – Einstein Telescope – in grado di captare le onde gravitazionali”. E ancora: si sta lavorando per implementare i dottorati innovativi, previsti dal Pnrr, attraverso una piattaforma creata dal Mur per rafforzare il machting tra il mondo dell’impresa e della ricerca. (gz)

Sociologia occupata, la risposta studentesca: cacciati e sostituiti gli eventi del festival con i contro-eventi

Occupata a Trento la facoltà di sociologia, studenti e studentesse contestano il festival dell’economia cheha preso avvio ieri nell’ateneo. Di seguito il comunicato che chiama all’occupazione.

In risposta all’occupazione della nostra città da parte del Festival dell’Economia, come studentx abbiamo sentito la necessità di riappropriarci pacificamente degli spazi che attraversiamo nel quotidiano. Desideriamo rendere Sociologia – e l’Università – uno spazio aperto a tutta la cittadinanza in cui dibattere e discutere su come creare un futuro alternativo, dal basso, collettivo.

In un Festival che si fa portavoce di discutibili narrazioni politiche, teoriche e scientifiche capitaliste, in un momento storico di profonda crisi, abbiamo deciso di prendere una posizione politica netta contro il Festival dell’Economia e il modello di società che rappresenta.

Poniamo una critica concettuale a un Festival che viaggia su categorie “scientifiche” veicolate da una retorica politica neoliberale, reazionaria e guerrafondaia. La presenza di ministri di questo governo (19) e amministratori delegati è indice di un preciso indirizzo politico. Multinazionali come Enel, Renault e partner come Intesa San Paolo, Ferrovie dello Stato, Confindustria e il Sole24Ore giostrano un Festival che di scientifico ha poco ma di interessi economici privati ne ha tanti.

Lo slogan “Il Futuro del Futuro” è un chiaro tentativo di distrarre il focus dell’attenzione: le persone presenti al Festival non sono assolutamente disposte a guardare il futuro, ma sono qui a imporci una visione pregna di una retorica politica anacronistica che ha ampiamente mostrato i suoi drammatici fallimenti.

Occupiamo per riappropriarci del nostro tempo, della nostra vita, del nostro futuro, della nostra Università. La giustizia e l’Italia che vorrebbe chi in questo festival presenzia è una chiara volontà di sovradeterminare le nostre vite e le nostre esperienze. Occupiamo contro un Festival che proclama di parlare di futuro ma che ignora temi come i provvedimenti omicidi del governo Meloni contro l’immigrazione. Occupiamo per denunciare la passività dei governi di fronte al collasso eco-climatico e la complicità criminale delle amministrazioni nel perseguire grandi opere disastrose come il TAV.

Occupiamo perché qui si svolge un Festival che nulla ha a che fare con l’Università e con chi la abita, perché la lotta parte anche da qua. Oggi Sociologia è rappresentazione di uno spazio universitario vissuto dal basso e autogestito da studentx, contro l’imposizione di un Festival e di decisioni calate dall’alto.

Occupiamo contro l’ideologia capitalista che, in questi giorni più che mai, viene venduta come scienza oggettiva e inconfutabile. Occupiamo contro il mito dell’apoliticità e della neutralità del sapere.

Occupiamo contro l’Università-azienda che segue un modello privatizzato. Occupiamo contro l’Università che incentiva la competizione, la performance e il merito come perpetuazione del privilegio di classe. Occupiamo contro l’Università di Trento che si configura sempre più come Università di nicchia. Occupiamo contro il carovita e la speculazione sugli affitti, di cui siamo vittime ignorate.

Occupiamo contro un’Università che finanzia una ricerca coloniale, guerrafondaia, ecocida ed eurocentrica. Occupiamo per riappropriarci di un sapere critico da cui l’Università è sempre più spogliata, e che lascia il posto a una ricerca scientifica che beneficia aziende e fini privati. La ricerca è libera se svincolata da logiche aziendali e non finalizzate al profitto. Allo stesso modo, la libertà di ricerca non può essere basata su precarietà e sfruttamento, ma è tale solo se si sostanzia di contratti e diritti che, ad ora, sono negati.

Per questo oggi occupiamo e costruiamo uno spazio autogestito, collettivo e di dialogo partecipato. Occupiamo per creare un bacino di sapere antiautoritario e critico rispetto alla narrazione dominante.

Occupiamo per un’istruzione orizzontale e un’Università anticoloniale, anticapitalista, critica, transfemminista. Occupiamo per il disarmo immediato, contro tutti i governi oppressori e dalla parte dei popoli che resistono. Occupiamo per dare voce a chi oggi non può esprimer il proprio dissenso verso questo sistema.

Occupiamo per costruire insieme una società libera e aperta in ribellione a un modello che il Festival vuole imporre: la società è un’altra e oggi occupa.

L’assemblea studentesca contro il Festival dell’economia