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Attualità Economia

LA MURAGLIA INFINITA

Prospettive e fantasmi lungo la Via della Seta

Chi ha paura della Tigre di Seta?

Ovvero, chi ha paura della Via della Seta 2.0, il grande progetto al centro della strategia, economica e politica, di Pechino?

È, ormai, evidente, come il governo italiano abbia deciso di non rinnovare, a fine dicembre, il MOU (Memorandum of Understanding). L’accordo siglato con la Cina per cooperare alla realizzazione della nuova Via della Seta. Una decisione molto impegnativa. Che non potrà non avere contraccolpi, anche pesanti, sulla nostra economia a partire dalle esportazioni per le aziende italiane.

La Via della Seta non è più, ormai, un ricordo, una leggenda… Il racconto di Marco Polo, figure di condottieri e conquistatori, Gengiz Khan e Tamerlano, missionari, Matteo Ricci, Giovanni del Pian del Carpine

Oggi rappresenta il più grande progetto geostrategico mondiale. Un progetto che coinvolge non solo i commerci, ma anche tutte le reti infrastrutturali e gli scambi culturali.

Intorno a questi progetti, intorno alla nuova Via della Seta si sono create molte aspettative. Ma si agitano anche molti, forse troppi, fantasmi.

Eppure, se ne parla poco e male. Il mondo politico sembra, per lo più, in imbarazzo. E preferisce tacere. Il mondo giornalistico, sinora, tende a sorvolare.

Per fare chiarezza sull’argomento, il think tank internazionale “Il Nodo di Gordio” ha promosso l’evento “La Muraglia Infinita. Prospettive e fantasmi lungo la Via della Seta” che si terrà Venerdì 15 settembre alle ore 15.00 presso la Sala Depero del Grand’Hotel Trento, con chi non ha paure o ritrosie ad affrontare l’argomento.

A partire dall’economista Michele Geraci, che da Sottosegretario allo Sviluppo economico fu il principale artefice del MOU, a Gianni Alemanno, portavoce del “Forum per l’indipendenza italiana”.

Da Marco Rizzo di Democrazia Sovrana Popolare all’Assessore alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, Mirko Bisesti.

“Il Memorandum sulla Via Della Seta – sottolinea il professor Michele Geraci – è un accordo di cooperazione commerciale e lo abbiamo fatto per dare una mano alle nostre PMI che da sole non possono competere con i giganti tedeschi, francesi nei difficili mercati di Cina, Asia e Africa. Sarebbe sciocco se il governo Meloni uscisse dall’accordo e rendesse la vita alle nostre aziende esportatrici ancora più difficile di quanto non lo sia già. Ancor più che la nostra economia galleggia solo grazie all’export. Un export che cresce proprio nei paesi della Via della Seta. Rompere il Memorandum andrebbe, quindi, contro gli interessi dell’Italia”.