Home » VOLTAIRE. Candido. O l’ottimismo escatologico. 
Cultura

VOLTAIRE. Candido. O l’ottimismo escatologico. 

Perché in esso l'autore spiega, giustifica, ma soprattutto promuove, con estrema competenza, lucidità e creatività, il mito gnostico della necessaria compresenza di bene e male nel mondo: precondizione per l’esistenza della vita stessa.

Raccomandiamo calorosamente la lettura di questo eccezionale “libretto” (nemmeno 100 pagine) scritto da Francois Marie Arouet, in arte Voltaire, nella seconda metà del ‘700. Perché in esso l’autore spiega, giustifica, ma soprattutto promuove, con estrema competenza, lucidità e creatività, il mito gnostico della necessaria compresenza di bene e male nel mondo: precondizione per l’esistenza della vita stessa. Voltaire fa eco ai classici, proprio come faceva Daria Dugina, ricordandoci che l’uomo debba abbracciare la sua chiamata escatologica. E quindi smetterla di lagnarsi, prendere i rischi (e le ricompense) che gli offrirà la verità, e fare del suo meglio per condividere tale messaggio. D’altronde, diceva Indro Montanelli, la rassegnazione è lusso che ci si può permettere solo da vecchi. 

Voltaire: tra Shakespeare, Bulgakov e Dugina.

La lettura di Candido è stata foriera riflessioni e paralleli importanti. Perchè oltre al già implicitamente citato “Ottimismo Escatologico” di Daria Dugina, il racconto di Voltaire ricorda sotto molto aspetti “La tempesta” di William Shakespeare, a partire dall’intelligenza e ironia che fanno da fil rouge nella trattazione: difficilmente riscontrabili altrove. E’ un testo che ci spinge addirittura a ipotizzare un parallelo con “Il Maestro e Margherita” di Mikhail Bulgakov. Perché pochi altri romanzi hanno toccato ed esposto il grande tema esistenziale del bene e del male con la verve dei due in questione. Ciò che è certo, è che il Candido di Voltaire offra una visione di non poco conto sul tema. E che l’autore specifica sin dal titolo dell’opera, “Candido. O l’ottimismo.” Nel Candido troviamo infatti temi, considerazioni e suggestioni tanto profonde quanto essenziali a quelle dei predetti testi; volte a cercare d’esporre simpaticamente al lettore la dimensione escatologica in cui l’uomo vive e gioca la sua partita carnale. E nel mettere il lettore a fronte di tale realtà, Voltaire enuclea con rara saggezza il perché egli non debba temere il confronto con questa nuova “gnosi.” Perché comprendere la grande verità sottesa alla narrazione dell’autore – l’inevitabile necessità del male – donerà a moltissimi lettori materiale su cui riflettere. Voltaire ce lo spiega in maniera magistrale quando, proprio nel mezzo di una delle costanti disgrazie che caratterizzano la quotidianità di Candido, sentiamo il protagonista giustificarsi dicendo che, nonostante le continue terribili avversità, “tutto va per il meglio”.

Tutto va sempre e comunque per il meglio

Comunque, in ogni caso. Nonostante, come avviene nel libro, i nostri cari siano stati uccisi o torturati o s’abbia salvato la pelle per un soffio. E ciò solo ed esclusivamente perché “ottimismo” significa appunto ostinarsi a dire che tutto vada bene nonostante vada invece tutto male. Perché, come spiega Voltaire apertis verbis nelle pagine finali del libro, “E’ dimostrato che le cose non possono essere in altro modo, tutto essendo fatto per un fine, tutto è necessario, per il migliore dei fini.” Chi è interessato ai movimenti celesti o alla biologia è consapevole del fatto che l’universo assomigli ad un essere vivente che periodicamente evolve al fine di sistemare le problematiche da cui è ciclicamente affetto. I processi di morte e rinascita, di sfortuna e fortuna, di giorno e notte, e cosi via… sono strettamente connaturati alla natura stessa dell’universo. Altro che cambiamento climatico. Perciò, piuttosto che consolarli o giustificarli, l’autore invita i lettori a ricordare che gli uomini si dovrebbero aiutare l’un l’altro e dovrebbero sempre scrivere e dire ciò che pensano veramente (non come succedeva in Italia già ai tempi di Voltaire, a detta dell’autore). Tutto ciò, tenendo sempre a mente la cosa più importante di tutte, per il genere umano: “L’amore, il consolatore del genere umano, il conservatore dell’universo, l’anima di tutti gli esseri sensibili… anima della nostra anima.” 

RispondiInoltraAggiungi reazione

Riguardo l'autore

giuliomontanaro

Nato e cresciuto a Padova, ha vissuto prevalentemente in Italia, Spagna e Tunisia. Ha lavorato come talent scout e agente nella musica elettronica. Innatamente bastian contrario, umanista, ergo radicalmente critico; talvolta anche provocatore. Collabora con vari organi d'informazione indipendente.