Poeta bandito dalla sua città, Firenze, nel XIII secolo una delle metropoli più grandi d’Europa con i suoi 100.000 abitanti ed ora anche da una scuola media di Treviso. Un personaggio insolito. Il suo oscuro destino ha attratto i biografi, a partire dal XIV secolo con Boccaccio.
Un breve percorso: Durante, il suo vero nome, degli Alighieri nacque a Firenze nel maggio 1265. È il figlio maggiore di un uomo d’affari, morto quando era molto piccolo. La fortuna della famiglia Alighieri viene dalla speculazione o dall’usura. Nel 1266 i ‘’guelfi’’ (partigiani del papa) prendono il potere e scacciano i ‘’ghibellini’’ (partigiani dell’imperatore Federico II). Nel 1274, giovane ragazzo, Durante (Dante) incontra Beatrice Portinari, che ha appena 8 anni, e alla quale dedicherà un amore folle e mai dichiarato. Beatrice non sposò Dante ma un altro, Simone dei Bardi, un banchiere e politico.
Questo matrimonio non è per amore, ma voluto da Portinari, che deve trovare alleati. Beatrice morì nel giugno 1290, all’età di 24 anni. Dante impara il latino, legge i poeti classici, e diventa allievo di Brunetto Latini (che posizionerà nella ‘’Divina Comedia’’ in Purgatorio con i sodomiti), si forma alla ‘’arte epistolare’’. Nel 1289 Dante partecipa alla battaglia di Campaldino, dove i guelfi di Firenze e gli alleati lucchesi sono vincitori sui ghibellini di Arezzo. Nel 1293 a Firenze vengono proclamate delle misure eccezionali che tolgono tutti i poteri ai nobili conferendoli alla signoria, ai gonfalonieri e priori, emanazione del ‘’popolo’’, la borghesia. Intorno ai 30 anni partecipa attivamente alla vita politica di Firenze. Se pur reclamandosi nobile (sua moglie Gemma Donati é di famiglia nobile) Dante si posizionerà dalla parte del “popolo”, anche se con una certa riserva, volendo soprattutto difendere la concordia e il bene comune e opponendosi alla violenza, continua tentazione dei magnati. Nel 1295 è uno dei 300 membri del Consiglio Generale del Comune. Nel 1300 per due mesi diventa priore. I guelfi si dividono in due fazioni: i Bianchi e i Neri e Dante prende posizione per i primi, i Bianchi. Nel novembre 1301 Charles de Valois, fratello del re di Francia, arriva a Firenze a sostenere i Neri su mandato del Papa. I Neri scacciano i Bianchi e le proprietà di Dante sono in parte saccheggiate, altre distrutte e altre confiscate e lui bandito da Firenze con l’accusa e condanna per fronde ed estorsione. Solamente sua moglie e i suoi figli potranno restare a Firenze. Dante visse in esilio gli ultimi vent’anni della sua vita. Muore nel settembre 1321.
Dante Alighieri è innanzitutto un grandissimo scrittore e principalmente in ‘’lingua volgare’’(in toscano), poesie, un trattato sull’eloquenza in lingua volgare, lettere, un trattato politico in cui esalta il governo dell’imperatore come unica garanzia di pace, delle egloghe, anche una autobiografia ma , soprattutto, la «Divina Comedia», composta sin dall’inizio del 1306, dove il poeta vaga fra Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Tutti hanno scritto su Dante: adolescenza, gioventù a Firenze, gioventù in esilio, sul ‘’cavaliere’’ nelle battaglie, sul suo pensiero politico e sul suo ruolo pubblico ufficiale ma riguardo al fine della vita di Dante è tutt’oggi un mistero poiché ignoriamo quasi tutto. Non esiste, a differenza degli altri periodi della sua vita, nessun documento negli archivi che parlino di lui. E allora non resta che la ‘’Divina Comedia’’ che è possibile definire il suo “testamento”, proponendo ai successori di Dante di trasformare il “quaggiù e ora”, anche se il personaggio-narratore è, nel suo viaggio nell’aldilà, identico all’individuo storico Dante.
Marco Affatigato