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Il Post It:  Che delusione, Presidente!

Mi rivolgo a Lei, Presidente Mattarella, per il suo discorso in occasione del Giorno della Memoria. Sinceramente mai mi sarei aspettato un attacco così violento nei confronti della “parte sbagliata” della storia, i fascisti intendo, lei così prudente e misurato al punto dal essere amato dalla stragrande maggioranza degli italiani.

Oddio… pure Pertini lo fu, al ben pensarci lo fu da coloro ad avere studiato la storia sul giornale L’Unità inconsapevoli delle malefatte del Presidente partigiano, Osvaldo Valenti e Luisa Ferida su tutti ma pure per la presunta responsabilità su Via Rasella mai venuta pienamente alla luce, gettando più di un’ombra sinistra sulla storia del Sandro con la pipa. Ma lei, Presidente Mattarella, non ha passato la sua gioventù nel leggere i fumetti come il buon Sandro, come sostenne Pietro Nenni in una celebre intervista rilasciata ad Indro Montanelli per il Corriere della Sera: “Io non sono certamente un uomo di cultura e alla cultura non attribuisco, per un politico, una decisiva importanza. Ma qualcosa so, qualche libro l’ho letto, anche grazie a Mussolini quando mi mandò al confino a Ponza. C’era anche Sandro. Lui, l’unica cosa che leggeva era L’Intrepido. Il resto del tempo lo passava a giocare a briscola o a scopa coi nostri guardiani. Alle nostre discussioni sul futuro dell’Italia e del partito non partecipava quasi mai, e quando lo faceva, era solo per invocare il popolo sulle barricate, per lui la politica era solo quella” (L’Intrepido, per la cronaca, era un giornalino a fumetti).

Lei, Presidente Mattarella, diversamente è una persona dotata di enorme spessore culturale, bontà vorrebbe fosse pure più equilibrato nell’esprimere giudizi e, nel caso, le esprima da storico qual è senza incorrere in luoghi comuni privi di senso reale. Quando si parla del giorno della Memoria, Presidente, ogni essere umano degno di questo nome dovrebbe abbassare la testa e raccogliersi in silenzio. Ed io non sono e non sarò da meno. Detto e ribadito questo non é neppure giusto addossarsi in toto, come italiani, la tragedia del Popolo ebraico quando altri, i francesi per esempio tra la fine del 800 e l’inizio del 900, furono colpevoli di una caccia spietata all’ebreo.

Noi siamo colpevoli di avere assecondato quel pazzo bavarese con le abominevoli leggi razziali, vero, ma quale malefico disegno fu tratteggiato dietro? Altrimenti non si spiegherebbe la Costituente ebraica del 1931 (primi nel mondo ad abolire i ghetti) riconoscendo la parità dei diritti per gli ebrei dove financo la stessa rivista Israel citò come il miglior trattato mai ricevuto dal Popolo ebraico nel mondo; nel 40 accogliemmo i 68mila ebrei austriaci scampati alla furia nazista, rifiutati da tutte le altre Nazioni, dando loro casa e lavoro. A gennaio del 1938, pochi mesi prima delle leggi razziali, entrò in vigore la legge Buffarini Guidi, al tempo Ministro dell’interno, con la quale italianizzò tutti gli ebrei residenti in Italia. Infine andrebbe ripetuto a chiare note, carissimo Presidente Mattarella, che le deportazioni ebbero inizio con il Governo Badoglio. Finché Mussolini fu capo del Governo a nessuno ebreo venne torto un capello, al di là delle amenità ripetute falsamente da 80 anni a questa parte.

Infine sarebbe curioso conoscere la storia del giudice Gaetano Azzariti, già presidente dell’infame tribunale della razza per poi, dal 46 al 48, consigliere di Togliatti e dal 49 al 59 presidente del Tribunale della Consulta. Un testacoda storico difficile da spiegare, Presidente, converrà su questo.

Presidente, sono consapevole di non dirle niente di nuovo anzi, sono sicuro, sarà straordinariamente più afferrato del sottoscritto nella conoscenza dei fatti però non la tenga solo per sé, Presidente, non le fa onore. Il fascismo fu il male assoluto? Va di moda affermarlo, Presidente, se facesse comodo mi adeguerò, ma mi lasci pensare al fascista Perlasca, capace di salvare 5.500 ebrei, mentre non esiste traccia di azioni contro quel maledetto binario 21 della stazione meneghina. Eppure tutti sapevano, eppure tutti fecero finta di niente, compreso il suo predecessore amante della pipa.

Marco Vannucci