La storia della vita di James Byron Dean non è lunga. Egli nacque nel 1931 nello stato dell’Indiana. Dopo apparizioni pubblicitarie, qualche particina al cinema e alcuni ruoli in televisione, sfondò con tre film memorabili e morì in un incidente d’auto. Non era sposato, né gli furono attribuiti figli segreti.
Tutto il fascino di James Dean sembra costruito a tavolino, per alimentare leggende che non hanno mai trovato convincente conferma. Però ha funzionato.
Orfano di madre, lasciò la famiglia per disaccordi con il padre e la matrigna che lo volevano laureato e si ritrovò solo al mondo. Secondo versioni romanzate ( fiorite numerose su di lui) il padre dubitava fosse suo figlio.
Piccolo, biondo, con il celebre (ritoccato?) nasino “alla Dean”, non aveva un atteggiamento amichevole, apparendo sempre un po’ scocciato e insofferente. D’altra parte era giovanissimo, e può accadere, a quell’età, di non sopportare gli adulti.
In un’intervista fattagli dal celebre e più maturo collega Gig Young, quest’ultimo ricorre a tutta la propria pazienza per strappare delle risposte al giovanotto. Si vede un James che ha tutta l’aria di chi desidera essere altrove per qualcosa di più importante: raccomanda la prudenza in macchina come un alcolizzato consiglierebbe di stare alla larga dal whiskey. La frase che pronunciava era “la vita che eliminate potrebbe essere la mia”, tradotto: VOI andate piano, io non ci rinuncio di sicuro.
I suoi idoli erano Marlon Brando e Montgomery Clift, soprattutto il primo. Frequentò l’Actor’s Studio, dove era capitato solo per accompagnare un’amica. Si trattava praticamente di un’istituzione, per gli aspiranti attori. Fondato dai coniugi Strasberg, vi si incoraggiava la recitazione ispirata al metodo Slanislawski per immersione totale, aiutandosi con immagini tratte dalla vita o con un’accentuata fisicità. Ci sono passati in molti, dallo stesso Brando a Newman alla Monroe, come accennato. Non tutti condividono i metodi di questa sorta di università della recitazione, ritenendo che abbia rovinato dei veri talenti e che accentui i vezzi, anziché combatterli. Immaginarsi come una goccia che scende da una recinzione o sbattere i polsi fino allo sfinimento può essere arduo. Però la frequentazione del centro, in quegli anni, era quasi una patente di gloria.
In ogni caso James vi apprese le basi della professione, che certamente ancora non conosceva.
Il film più vicino al suo personaggio fu “Gioventù bruciata”, rimasto memorabile per i contenuti e il titolo (in originale “Ribelle senza causa”): comportamenti giovanili devianti, mancanza di valori condivisi, malinconia.
Nei suoi film Dean è attorniato da attori famosi, ma si fa notare. Ne “La Valle dell’eden” fa rabbia e tenerezza, nel “Gigante” è odioso. Ebbe una nomination al suo primo ruolo e una da morto, record insuperati se messi insieme.
A causa della precoce scomparsa, la sua biografia è più che altro un’ipotesi di possibilità future. E’ vero che passava la notte in sordidi locali e compagnie canagliesche? Che era già tossicodipendente? E soprattutto, che fingeva di corteggiare le ragazze, mentre non gliene importava nulla?
A quanto si dice fu avviato alla carriera da un “protettore”, un signore ricco e generoso. Gli amici di James, come il collega Martin Landau, assicurano che era interessato solo alle donne, dopo i motori, s’intende. Sulla sua vita privata era comunque piuttosto riservato, anche con gli intimi, a parte qualche avventata e troppo anticonformista dichiarazione nelle interviste, almeno per l’epoca.
Nel mito insieme a lui è entrata l’attrice italiana Anna Maria Pierangeli, conosciuta internazionalmente con il nome di Pier Angeli e tra le poche italiane ad acquisire fama negli USA. Fragile, una specie di Marylin in versione europea, l’attrice morì suicida nel 1971, non ancora quarantenne; nel frattempo si era sposata due volte ed era diventata madre, ma la leggenda vuole non avesse mai dimenticato il suo grande e unico amore, James.
Ne uscì la solita telenovela, piena di mezze verità, secondo cui i due erano innamorati pazzi e volevano sposarsi. La madre di lei, una virago incombente sia su Pier Angeli che sull’altra figlia, attrice conosciuta come Marisa Pavan, detestava il ragazzo, ritenendolo un debosciato e per giunta poco amante dell’igiene personale. La favola racconta che la signora fece sposare Anna Maria ad un altro (il cantante Vic Damone), mentre Dean si accontentò di girare con la moto intorno al sagrato della chiesa il giorno del matrimonio, pazzo di gelosia.
In realtà, a detta di tutti, James, pur desolato, se ne fece una ragione: non aveva alcuna intenzione di sposare Pier Angeli e lo aveva ribadito all’interessata.
Dean aveva un carattere difficile, soggetto a scoppi d’ira e capace di inaspettate dolcezze. Liberava la sua energia con uno stile di vita estremo, dando sfogo alla sua passione per le corse in macchina, con vetture europee dalla carrozzeria di carta velina e il motore truccatissimo.
Il 30 settembre 1955, insieme al suo meccanico tedesco, finì contro un’auto ad uno strano incrocio a ipsilon, con la sua Porsche argentata, che ebbe naturalmente la peggio. Alcuni collaboratori, che seguivano l’attore cercando di stargli al passo, hanno dichiarato che l’auto era così bassa e di un colore così indefinito, che andò a confondersi con l’asfalto infuocato: a stento riuscivano loro stessi a distinguerla e, probabilmente, l’altro automobilista neppure la vide. Dean aveva 24 anni.
I resti sfasciati del mezzo furono venduti in seguito ad amatori, che andarono incontro a disgrazie. La strada dell’incidente non esiste più e quel tipo di incrocio è stato abolito per la sua pericolosità. Un alone di torbido mistero, ben alimentato, circonda il ragazzo. Si è provato a insinuare che non fosse lui alla guida e rilanciarne il mito.
Ecco che qualcuno si è preso la briga di tentare nuove perizie con le moderne tecniche al computer, simulando l’incidente. Si sono ritrovati i testimoni sopravvissuti e si à giunti a effettuare nuovi sopralluoghi in zona, ma pare non siano emerse novità. Lui resterà l’eterno ragazzo ribelle il cui broncio è stato imitato in tutte le salse e, soprattutto, vediamo sul viso dei ragazzi tutti i giorni.
Infatti, se la gara a chi è più “alternativo” e “trasgressivo” oggi non conosce più limiti, in realtà non si è inventato nulla di nuovo. Più Dean di Dean, non si è visto ancora nessuno.
Carmen Gueye