Da oltre dieci anni, gli account @Pontifex sono stati la voce ufficiale del Papa sui social, prima su Twitter, oggi su X. Creati nel 2012 con Benedetto XVI, sono poi diventati uno strumento quotidiano di comunicazione per Papa Francesco, raggiungendo milioni di follower in tutto il mondo e in varie lingue.
Con la morte di Francesco, tutti questi account sono stati aggiornati: il nome è diventato “Apostolica Sedes Vacans”, le immagini sono cambiate con i simboli tradizionali della sede vacante, e ora persino l’handle è stato modificato in @PontifexArchive.
Ma ora che Papa Leone XIV è stato eletto, qualcosa stona. Gli account sono considerati come degli archivi. Nessun nuovo profilo è stato attivato, e — almeno per il momento — non si intravedono segnali di ripresa digitale. Ed è qui che si apre un problema più ampio.
La domanda è semplice, ma carica di implicazioni: un account social del Papa è personale o istituzionale?
Papa Francesco lo considerava una voce ufficiale del suo ministero, al punto da renderlo multilingue e gestito in modo professionale. Ma, allo stesso tempo, ogni messaggio pubblicato portava il suo stile, il suo linguaggio, la sua sensibilità. Ora, passarlo automaticamente al successore potrebbe sembrare una forzatura.
Del resto, quello della tecnologia e dei suoi usi è un tema che sta particolarmente a cuore anche alla Chiesa, che non vuole affrontare con leggerezza una questione così complessa. Il vero nodo, oggi, riguarda il rapporto tra persona, ruolo e identità digitale. Un profilo social, anche se rappresentativo di un’istituzione, resta inevitabilmente un riflesso personale di quella singola persona che rappresenta l’istituzione?

A favore di tale tesi, nel mondo del diritto, i profili social vengono spesso considerati “beni immateriali” legati alla persona. Se così fosse, @Pontifex non sarebbe semplicemente un canale della Santa Sede, ma una sorta di “patrimonio personale” del pontefice precedente. E allora? Cancellarlo? Riaprirlo con un nuovo nome? Crearne uno da zero? Non è una questione da poco perchè qua è da capire il vero significato dell’account quando questo riguarda un’istituzione ma al contempo un individuo. Prevale il primo o il secondo?
Questo interrogativo, tuttavia, non riguarda solo il Vaticano. Secondo uno studio condotto dall’Università di Oxford, entro il 2100 il numero di profili appartenenti a persone defunte su Facebook potrebbe superare i 4,9 miliardi. Si parla già da tempo di “cimiteri digitali”, e la questione dell’eredità digitale è oggetto di studio, regolamentazione e dibattito in molti ambiti, dal diritto alla filosofia della memoria.
Chi ha il diritto di gestire un account dopo la morte del suo titolare? Nel caso di un Papa, la questione è ancora più delicata. Per ora, il Vaticano non ha sciolto il nodo. Ma questa sospensione, questo “vuoto digitale”, dice molto. In un mondo dove ogni leader è anche una presenza sui social, scegliere di tacere, di attendere o di ripensare da zero può essere un messaggio fortissimo.
M.S.
Aggiornamento – 11 maggio 2025, ore 23:30
Nelle ultime ore è emerso un ulteriore sviluppo: gli account @Pontifex nelle varie lingue sono stati ufficialmente rinominati come “Archivio di Papa Francesco” sulla stessa scia di quanto già viene fatto per gli account relativi ai Presidenti degli Stati Uniti. Si vedrà poi come funzionerà quello del nuovo Papa Leone XIV.
Il dibattito sull’identità digitale del papato, già complesso, si arricchisce ora di una nuova dimensione: quella della selettività e della gestione “memoriale” della comunicazione pontificia.