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Ucraina. Licheri (M5S): “Pretendere tregua prima di inizio negoziato ostacola trattative”

"Ogni volta che un Papa parla si cerca di dare alle sue parole una connotazione politica, ma il Papa sta facendo il Papa come a sua volta ha fatto Francesco.

“Ogni volta che un Papa parla si cerca di dare alle sue parole una connotazione politica, ma il Papa sta facendo il Papa come a sua volta ha fatto Francesco. Però è chiaro che il pontefice è convinto di una cosa, ossia che la guerra non è uno strumento di risoluzione dei conflitti, poi sta alla politica trovare la via adatta per fermare lo scontro”.

Ad affermarlo, ai microfoni di Radio Cusano, è stato l’On. Ettore Licheri del Movimento 5 Stelle, intervenuto nel corso della trasmissione ‘Battitori Liberi’, condotta da Gianluca Fabi e Savino Balzano, in merito alle parole del nuovo Pontefice sul conflitto in Ucraina.

Proseguendo nel suo intervento, l’esponente pentastellato ha poi aggiunto: “Questa situazione va analizzata con strumenti oggettivi. La pace, come ha detto il Pontefice, dev’essere giusta e duratura ma io non ne ho mai vista una che non lo fosse. Poi dipende dai punti di vista- sottolinea Licheri- se chiedessimo alle popolazioni russofone probabilmente ci direbbero che si sentono più vicini alla Russia che all’Ucraina. A mio avviso il conflitto finirà così: i territori occupati dalla Russia rimarranno russi assieme alla Crimea, e Kiev si impegnerà a non entrare nell’alleanza militare ma proseguirà il suo percorso di avvicinamento all’UE”.

Ettore Licheri si è successivamente soffermato sul comunicato emanato domenica dal suo partito nei confronti dell’UE: “Noi crediamo che pretendere  una tregua prima dell’inizio del negoziato sia una cosa folle che non ha precedenti nella storia. Questo ostacola le trattative di pace, perché se da una parte si tenta il dialogo dall’altra non si può parlare di ultimatum e invio di armi. Se si vuole convincere la Russia a concedere una tregua, si deve offrire qualcosa in cambio. Ad esempio promettendo l’allentamento delle sanzioni nel momento in cui si dovesse arrivare a un negoziato: dobbiamo offrire delle garanzie”.

Infine, concludendo il suo intervento, il parlamentare del M5S si è prodotto in una riflessione sul riarmo in caso di pace, specificando: “Il problema è proprio questo, che finora si è raccontato che se non ci riarmiamo subito arriveranno i cosacchi alle nostre porte. Perché le armi le compriamo con i soldi dei contribuenti, perciò bisognava dirgli che c’era un pericolo imminente: io credo che questi errori diplomatici dimostrano che non c’è un reale intento di trovare una soluzione di pace con la Russia”.