Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, on. Alessandro Urzì, interviene con decisione in merito alla vicenda che ha coinvolto il Consigliere comunale di Trento Giacomo Mason, al centro di una polemica legata alla diffusione di messaggi provenienti da una chat interna all’associazione Azione Universitaria.
Urzì parla apertamente di “linciaggio mediatico oltre ogni precedente in Trentino”, innescato – secondo quanto afferma – da denunce anonime a cui si sarebbero accodate, acriticamente, organizzazioni politiche di sinistra e settori dell’informazione.
Ricostruisce il contesto di tensione dello scorso novembre, quando, in occasione di alcune manifestazioni davanti alla facoltà di Sociologia, gruppi di area anarchica e antagonista avrebbero impedito l’accesso a studenti identificati come appartenenti alla destra; in quella stessa occasione sembra sia stato girato un video – ora non più disponibile – in cui una relatrice accusa pubblicamente e ‘sboccatamente’: “Voi affondate le radici nella Repubblica di Salò”.
Secondo Urzì, è a questa affermazione che Mason avrebbe risposto in una chat privata con una frase sarcastica: «loro non possono affondare nel lago di Garda e basta?». Una battuta, non una rivendicazione. Infatti secondo l’opinione di Urzì la risposta di Mason non sarebbe stata la rivendicazione di un’idea, ma al contrario, la risposta ad un’accusa subita.
Questo tipo di dinamica, secondo il deputato, prende origine da una prassi consolidata infatti vengono attribuite etichette ideologiche per screditare l’avversario di destra, bypassando ogni vero confronto sui contenuti.
Una lettura, questa, che conferma in pieno quanto già evidenziato da noi qualche giorno fa: la vicenda non poteva essere ridotta a una valutazione semplicistica su una frase isolata. Fin da subito, infatti, avevamo sottolineato come il contesto in cui tutto era emerso mostrasse i contorni di una strategia di delegittimazione personale più che di una denuncia trasparente. Un caso costruito per mettere alla gogna pubblica un interlocutore politico, andando oltre al sano dialogo politico e democratico.
Nel suo intervento, Urzì amplia la ricostruzione contestuale: episodi di tensione durante manifestazioni universitarie e materiali di promozione politica distrutti, uniti alla mancanza di intervento della forza pubblica da parte del Rettore, hanno impedito l’accesso all’Università agli studenti di destra.
Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, pur ribadendo la necessità di rigore morale e condanna verso eventuali messaggi offensivi emersi nella chat da altri soggetti, sottolinea che tali contenuti non sono attribuibili a Mason e non devono essere utilizzati per colpire l’intera area politica a cui appartiene; dichiara Urzì: “Omofobia e antisemitismo non potranno mai avere spazio nella destra moderna e si agirà con tutti gli strumenti utili perché mai nessuno possa ritenere che ci siano spazi di tolleranza.”
Alessandro Urzì conclude con una nota ironica: ‘’Vorremmo leggere le chat dei ventenni di sinistra. Considerato quello che dicono molti adulti della loro parte non vogliamo nemmeno pensare’’.