Home » Denigrare Bisesti: l’ultima arma che l’apparato usa per preservarsi
Editoriali

Denigrare Bisesti: l’ultima arma che l’apparato usa per preservarsi

Un bel tacer non fu mai scritto”. Oggi come non mai queste parole di Giacomo Badoar echeggiano nell’aria dopo le ultime tristi uscite di un certo mondo politico e sociale nei confronti dell’Assessore all’istruzione della Provincia Autonoma di Trento, Mirko Bisesti, colpevole di ascoltare le opinioni dei genitori sulla possibile apertura delle scuole. È colpa dell’Assessore all’Istruzione Bisesti l’aver trovato, grazie anche all’aiuto di soggetti con finanze ben superiori a quelle del suo assessorato, la strumentazione per poter svolgere lezioni a distanza; è sempre colpa dell’Assessore aver cercato di tutelare tanti docenti in questi due mesi di catastrofe, perché qua è sbagliato usare il termine emergenza, sanitaria e sociale.

Se il sistema istruzione in Italia è letteralmente collassato per alcuni ovviamente non è colpa del governo giallorosso, che ha portato letteralmente nel baratro il tutto: un esempio si ritrova nel Ministro dell’Istruzione Azzolina. Il Ministro ad inizio aprile ha letteralmente distrutto l’esame di maturità del 2020, privando di un Esame ”serio” gli studenti; sarebbe forse stato più etico far ritrovare agli studenti il vero valore della prova del quinto anno di superiori (svolgendola in un campo da calcio a giugno o a luglio) e fare in modo che si prendano quelle responsabilità che in molti si sono presi in questo periodo, a partire dai medici, sino ai commessi.

Tutta la colpa è scaricata sulla Lega, ma chi l’accusa si dimentica di ricordare che l’Assessore all’Istruzione è anche Segretario locale del Carroccio – che in questo baratro ha avuto l’unica colpa di cercare in tutti i modi di tenere la barra dritta.

Qualsiasi cosa si possa dire la scuola appare attualmente l’ultimo dei problemi. Certo i problemi da affrontare non sono di facile soluzione: i genitori vogliono il dimezzamento degli stipendi degli insegnanti perché molto lavoro è affidato a loro, al contempo gli insegnanti precari non sanno quale sarà il loro futuro, le vite di chi si interfaccia nel sistema scuola sono scombussolate come non mai anche perché si vive una situazione peggiore di quella che i nostri genitori hanno vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale dove bene o male era più facile trovare una soluzione per mantenere in piedi il sistema istruzione. Oggi non è così e stupisce leggere critiche nei confronti di chi cerca di non vedere la scuola come un luogo di indottrinamento, ma come un luogo di dialogo e di ascolto, dove si cerca di cogliere tutti gli aspetti per risolvere uno dei maggiori problemi che riguardano il sistema scuola: evitare che degli alunni e i loro insegnanti si possano ammalare.

In tutto questo clima, c’è qualcuno che ha davvero l’ardire di attaccare chi cerca di non vedere la scuola come un centro di indottrinamento, ma come il principale luogo di dialogo e ascolto.

Premesso che il problema principale da affrontare ora nel mondo della scuola è evitare che bambini e insegnanti si ammalino, quello che si deve fare non è uscire con soluzioni accettate a priori dall’apparato ma invise agli utenti finali del sistema scuola (come invece fa la Azzolina).

Il Cambiamento, matrice politica dell’azione della Lega a guida Bisesti, sta invece nell’ascoltare i diretti interessati, capire le loro esigenze e muoversi – nei limiti del possibile – per soddisfarle.
Se questo modo di agire viene criticato, vuol dire che il Cambiamento sta agendo nella giusta direzione.

Raimondo Frau