“Se vi piace, buttatevi! E non pensate mai che i problemi che incontrerete nel vostro percorso scientifico dipendano dal fatto che siete donne“. Ingegnera del gruppo Polimeri e Compositi del Dipartimento di Ingegneria industriale, Giulia Fredi studia le plastiche. Quelle di cui sono fatti i paraurti delle automobili e le sacche biomedicali per il sangue, quelle con cui si costruiscono i computer e le pale eoliche che ronzano sopra le nostre teste. E studia come migliorarle, come produrle da fonti rinnovabili, come renderle facilmente smaltibili e riciclabili.
I suoi studi le sono valsi nel 2020 la vittoria della diciottesima edizione italiana del premio L’Oréal – UNESCO “Per le Donne e la Scienza”. Un riconoscimento che dal 2002 premia con una borsa di studio giovani ricercatrici, per incentivarle a continuare i loro studi nel nostro paese. Un paese e uno studio, quello delle scienze dure, troppo spesso considerato inospitale per la crescita professionale delle giovani scienziate. Un percorso, chiarisce Giulia Fredi, nel quale lei ha potuto contare su referenti che hanno guardato al merito e alle potenzialità anziché al genere, ma nel quale sa comunque di muoversi in forte minoranza: “Durante gli studi in ingegneria, come ragazze eravamo sempre poche. Il primo anno di università eravamo circa il 10% sul totale. Anche durante il dottorato, quando ho iniziato, nel mio gruppo di ricerca ero l’unica altra donna oltre a una dei nostri due tecnici. E anche adesso tra tesiste, dottorande e postdoc saremo una su sei su un totale di quasi trenta persone“.
Se questi sono i numeri, la strada che Giulia Fredi indica per migliorarli è quella del coraggio: “Cercate modelli che vi ispirino, cercate donne che ce l’hanno fatta e che eccellono nella scienza e nella tecnologia. Leggete di Marie Curie, Samantha Cristoforetti, Emanuelle Charpentier e fatevi ispirare dalla loro storia e dalle loro esperienze. È vero: da piccoli ai maschi insegnano a essere coraggiosi, a buttarsi, a rialzarsi quando cadono, a non farsi mettere i piedi in testa; mentre alle bambine insegnano ad essere perfette, a non urlare e a non sporcarsi. Ma non per questo bisogna rinunciare“.
Ma Giulia Fredi non è la sola ed è per questo che UniTrentoMAG, il periodico online dell’ateneo, ha deciso di raccontare i percorsi di vita e carriera di alcune donne della nostra università. Lo fa con una newsletter dedicata all’8 marzo incentrata sulla vita di docenti, ricercatrici e studiose di UniTrento che hanno parlato della propria passione per la ricerca e della carriera. Un modo per prendere ad esempio questi percorsi e ispirare chi vorrebbe intraprenderli.
Non si sono fermate e non si fermeranno poi alla Giornata internazionale della donna le iniziative promosse dall’ufficio d’ateneo Equità e diversità, con uno spettro di attività che spazia dal monitoraggio delle carriere in ottica di genere, alla stesura delle “Linee guida” con cui promuovere l’inclusione e la parità negli eventi organizzati da UniTrento; che va dall’adozione di un linguaggio rispettoso dei generi, all’assegnazione dei premi per le tesi di laurea sull’imprenditoria femminile, fino alla promozione di seminari per studenti e studentesse su tematiche di genere. Un insieme di attività che ha trovato coincidenza nel documento “Analisi e proposte sulla questione di genere nel mondo universitario italiano”, indirizzato al Ministro dell’Università e della Ricerca dal Consiglio Universitario Nazionale, lo scorso 17 dicembre.