Mentre il Governo torna ad attaccare la misura, la Confederazione snocciola i dati. Il presidente di CNA-SHV Costruzioni Gabrieli: “Ogni euro speso dallo Stato ha attivato quasi 2 euro di investimenti e 70 centesimi tornano nel casse del fisco”. Gli artigiani chiedono certezza e stabilità
Il Superbonus torna sotto i riflettori. Mentre il Governo Meloni attacca la misura parlando di un costo da 3,5 miliardi al mese, CNA ribatte con i numeri definendo i bonus edilizi motore della crescita nel 2021-2022 con oltre 600mila nuovi posti di lavoro. “I dati nazionali – afferma il presidente di CNA-SHV Costruzioni Rodolfo Gabrieli – ci dicono che ogni euro speso dallo Stato ha attivato quasi 2 euro di investimenti e 70 centesimi tornano nelle casse del fisco. Sono stati risparmiati 1,1 miliardi di metri cubi di gas e tagliate 1,4 miliardi di tonnellate di CO2”.
I bonus per la riqualificazione degli immobili, e in particolare il Superbonus, rileva ancora CNA-SHV Alto Adige, sono stati fortemente ridimensionati già con l’ultima legge di Bilancio sia nella dimensione del beneficio e sia nella platea dei potenziali beneficiari, oltre alla cancellazione dell’opzione della cessione del credito. Interventi che hanno prodotto una vistosa frenata del comparto costruzioni che è stato il protagonista della accelerazione dell’economia nel biennio 2021-2022. “Le continue modifiche normative – prosegue Gabrieli – hanno prodotto confusione tra le imprese e i cittadini, mentre certezza e stabilità del quadro normativo sono il principale requisito per l’efficacia della misura. Al riguardo CNA ha più volte proposto il riordino del sistema degli incentivi del comparto casa per renderlo sostenibile per le finanze pubbliche e il mercato”.
Le continue modifiche, in concreto, hanno generato il grave problema dei crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese che ancora non ha trovato soluzione, nonostante l’impegno del Governo che a inizio anno aveva aperto un tavolo tecnico. Infine lo stop improvviso al 110% nel novembre dell’anno scorso rischia di scardinare molti contratti per i quali i cantieri non sono stati ancora avviati, a causa delle difficoltà di reperimento dei materiali e per le proibitive condizioni meteo degli ultimi mesi. Per questo è necessaria una proroga per i condomini che hanno presentato la Cilas entro il 25 novembre 2022.