PARTE 1 – REINCARNAZIONE E STORIA
REINCARNAZIONE: EREDITA’ SPIRITUALE PAGANA DI ATLANTIDE O CREDENZA INTUITIVA UNIVERSALE?
“Studia ora che cosa sei, così vedrai che cosa sei, che cosa studi, impari e sei; ciò è appunto da che cosa sei, tutto ciò che è al di fuori di noi, è anche in noi.” Mordechai De Nello
No. Non stavi perdendo la testa, quando cantavi dell’altro lato, Gil Scott Heron[1]. Per accompagnare una mini trilogia dal taglio enciclopedico, abbiamo pensato d’offrire al lettore anche una coerente colonna sonora che gli tenga compagnia: oltre ad alcuni documentari (link nelle note a piè di pagina) per chi interessato ad approfondire il post lettura. Perché l’altro lato esiste. Il problema è che la nostra cultura è troppo regredita per sapere anche solo come chiamarlo. E’ la prima cosa che il messo astrale del sapere atlantideo – il pitagorico Manly Palmer Hall – mette in chiaro nel suo illuminante testo “Reincarnation. The Cycle Of Necessity”. L’inglese americaneggiante è lingua impropria per il tema, perché “la civiltà occidentale non ha ancora raggiunto la sua maturità”. [2] Nonostante il millantato “progresso” che avrebbe portato la cosiddetta evoluzione scientifica, disgrazia cristallizzatasi nella presa di potere dell’odierna “Ananke” platonica: la dea bendata tecnologica, e digitalizzata. No, non s’è andati avanti come specie, dai tempi dell’antico Egitto a oggi. Non siamo in grado di valutare al 100% la fondatezza specifica delle seguenti stime, seppure anche la più tarda delle due, sia comunque un dato molto importante. Ci riferiamo alla fine del Kali Yuga, l’età delle tenebre, del vizio e della miseria, l’età in cui anime materialiste governano la società tramite la tecnologia, relegando all’oblio i loro simili consapevoli d’essere entità spirituali. Un periodo che alcuni stimano essersi appena concluso, e che altri ritengono si concluderà tra il 2025 e il 2150. Anche perciò, nonostante i cavalieri neri digitali capeggiati da Ray Kurzweil sognino di saturare l’universo con la computazione artificiale, gli aspiranti transumani che auspicano un “destino intelligente del cosmo”[3] non ce la faranno. Il cosmo è già molto più intelligente di loro.
Jordan Maxwell
Come spiega l’allievo principale di Hall, Jordan Maxwell,[4] nel documentario a lui dedicato, abbiamo scoperto solo in tempi recenti alcune verità fondamentali che stanno mettendo a serio rischio tutto l’impianto storico propagandizzato dall’antico Egitto a oggi. Se analizziamo il passato anche solo da un punto di vista architettonico, ci renderemo presto conto che il progresso sia triste burla. Molti di noi l’hanno ormai molto ben in chiaro in mente. E per coloro i quali così non fosse, “basta” tornare alla preistoria per capire cosa sia successo. Il perché è spiegato anche dall’astrologo francese Paul Couderc: “L’astrologia ha una lunga storia: anzi, essa estende le sue radici fino alla preistoria. Fiorente, ma a esclusivo servizio dello stato, in Mesopotamia, si volgarizza più tardi in Grecia (cioè: si pone al servizio dell’individuo”).[5] Ah, l’antica Grecia degli Arconti! Dove la scientifizzazione ebbe inizio! Ci son giunti gli echi di Socrate, Platone e l’ormai pressoché desueto Aristotele (studiamo il nostro Giordano Bruno piuttosto), solo in pochi parlano del calabrese Pitagora, la principale vittima del predetto fenomeno di smembramento, in varie branche, autonome e indipendenti, ma soprattutto, “dai caratteri scientifici”, dell’unico sapere da sempre esistente. La manifestazione della legge della natura. Quante cose si possono apprendere leggendo “I racconti di Belzebù a suo nipote”, del mistagogo armeno Georges Ivanovich Gurdjeff! Autore che fu l’ispirazione principale del più grande successo, e non solo, del maestro Franco Battiato, “Centro di gravità permanente.[6]” Gurdjeff era noto, oltre che per le doti paranormali, perché aver passato diversi anni della sua gioventù peregrinando in Eurasia alla ricerca di antichi saperi perduti e in quell’incredibile testo che è il predetto, racconta che il sapere indiano sia frutto di un trasferimento di conoscenze pagane avvenuto alla scomparsa di Atlantide. Fu proprio in India, che Gurdjeff suggerisce fosse al tempo chiamata “Perlania o Indostan[7]” – si sa l’autore giocasse con un’ermeneutica ermetica e al contempo plurisignificante – che i pochi superstiti di Atlantide si sarebbero stanziati e dove avrebbero iniziato a porre le fondamenta spirituali, quindi pratiche, di un sapere che doveva restare celato per millenni, finché la specie umana non sarebbe stata in grado di farne buon uso e, soprattutto, affinché certe conoscenze non finissero nelle mani sbagliate. E quel momento, era la fine del Kaly Yuga. Altri autori, tra cui William. W. Atkinson, sostengono non sia corretto attribuire ad una cultura in particolare la “genesi” del concetto di reincarnazione e sia invece più corretto vederla come una credenza intuitiva universale che si manifesta con una forza direttamente proporzionale alla consapevolezza del civiltà del tempo. Analisi che ci ha fatto pensare all’espressione graca “Kairos“, “la qualità del tempo” o “il tempo scelto da Dio“. Di per certo, le tesi sul sapere occulto, sull’inconsapevole stato d’ipnosi delle masse, che trovano riscontro in Gurdjeff, tanto quanto nella più raffinata idea di “Mob Psychology” di Hall, sono confermate in un altro dei libri più belli da noi mai letti. Un testo che, come dice il frontespizio, è una vera e propria rapsodia di nuova speranza e consapevolezza interiore, “Il Mattino dei Maghi” di Louis Pauwels e Jacques Bergier. “Voi vedete – scrivono gli autori – soltanto le creazioni delle persone di secondo ordine che hanno fretta di conquistare ricchezza e gloria. Il vero sapere, il sapere temibile è ancora tenuto segreto. Ma credetemi, mio caro, esso esiste.[8]”
Gurdjeff
Il trasferimento da Atlantide avvenne tramite una rete di società segrete, come spiega invece Manly Palmer Hall nel suo illuminante saggio sull’anima, “Melkizedek and the Mystery of Fire”[9]. Saggio alchemico la cui lettura rappresentò la chiave di volta spirituale che permise a Carl Gustav Jung d’iniziare a elaborare le sue prime idee sull’inconscio collettivo. Brillante opera di cui abbiamo tentato una modesta esegesi in tempi recenti.[10] Un sogno letterario in cui ci s’è tuffati nel tentativo di riuscire ad auto-analizzarsi più approfonditamente. D’altronde, fu un proprio grazie a un sogno, che Jung comprese alcune delle sue precedenti incarnazioni. Nell’affascinante documentario “A Row Of Tombs” [11], disponibile con sottotitoli in italiano, gli allievi e collaboratori più stretti di Jung portano testimonianza di come il grande alchimista di Bollingen avesse appunto compreso il senso del ciclo della necessità. Fu durante una passeggiata in un cimitero, che uno Jung sognante si rese conto che quelle tombe che accoglievano statue sepolte… erano sue vite precedenti. Jung, nonostante sapesse di essere un figlio illegittimo di Johann Wolfgang Goethe e credesse fermamente di essere una reincarnazione di Zosimo di Panopoli,sapeva molto bene di non aver ancora capito tutto, sapeva che questa esperienza nella carne, come dicono i cabalisti, altro senso non abbia se non comprendere. Ed evitare quel progressivo appassimento dell’anima che si riscontra nei dormienti ateo-materialisti. Come ha scritto uno dei più grandi esegeti delle scritture sacre ebraiche, il mistico Gershom Scholem, “Il mondo della natura e dell’esperienza umana è il teatro dell’esilio dell’anima.[12]”
Gershom Scholem
Continua…
[1] Gil Scott Heron. The Other Side, 1,2,3. Spirits. 1994 https://www.youtube.com/watch?v=iQG32dqkneM
[2] Manly Palmer Hall. Reincarnation. The Cycle of Necessity. PRS. 1967. P. 15
[3] Ray Kurzweil. La Singolarità è vicina. Apogeo. 2008. P. 20-21
[4] Jordan Maxwell. The World of the Occult. Min. 1.03 https://www.youtube.com/watch?v=4nXww6hMLdQ
[5] Paul Cauderc. L’astrologia. Garzanti. 1954. P. 49
[6] Franco Battiato. Centro di gravità permanente. EMI. 1981 https://www.youtube.com/watch?v=0XW9XN_vDaA
[7] Georges I. Gurdjeff. I racconti di Belzebù a suo nipote. Neri Pozza. 1999. P. 557
[8] Louis Pauwels, Jacques Bergier. Il Mattino dei Maghi. Mondadori. 1984. P.110
[9] Manly Palmer Hall. Melkizedek and the Mystery of Fire. PRS. 1939.
[10] Giulio Montanaro. Manly Hall e il mistero del fuoco. Nexus edizioni. 2023.
[11] Sabine Lucas. A Row Of Tombs. 1985. https://www.youtube.com/watch?v=N_wf9Ch5Iyc
[12] Gershom Scholem. La Kabbalah e il suo simbolismo. Einaudi. 2001